In difesa di Franco Cimatti alias Hostfat

2 giugno 2018

Ho visto questo post sul gruppo facebook Bitcoin Italia e voglio dire la mia.

Franco Cimatti è perfettamente conscio di non rappresentare la community: tre giorni fa gli è stato chiesto di partecipare ad un evento in qualità di rappresentante di Bitcoin Italia, ha rifiutato con queste parole:

Tuttavia, non vedo le ragioni per cui debba “lasciare la sua posizione” nel gruppo facebook Bitcoin Italia. Il fatto che sia admin del gruppo non gli conferisce un potere di rappresentanza e giustamente lui, con grande umiltà, non se lo è mai arrogato. Gli admin e moderatori del gruppo a mio avviso sono perfetti, lasciano completa libertà di parola ed espressione, tagliano solo lo spam, pubblicità, post ripetuti allo sfinimento etc. Franco segue i suoi ideali liberali/libertari ed è tollerante nei confronti di chiunque e di qualsiasi opinione, incluse quelle contrarie alle sue e persino contro la sua persona.

Franco non ci rappresenta, ma la stellina a fianco del suo profilo può portare qualche nuovo arrivato a dargli fiducia, rischiando di essere portato sulla cattiva strada? Potrebbe anche darsi, ma nel gruppo c’è sempre stato contraddittorio e qualcuno pronto a scagliarsi contro i suoi post. Chi ha un cervello può giudicare in autonomia. Franco è libero di esprimere le sue opinioni proprio perché non ha mai preteso di parlare per tutti.

L’unica vera critica mossa alla sua figura di admin e moderatore del gruppo è avvenuta nell’estate 2017, quando non c’era ancora la pre-moderazione dei post. Nel 2017 il numero di utenti si è moltiplicato di cinque volte, la massa di gente si è portata dietro inevitabilmente spam, domande ripetute allo sfinimento, post spazzatura. Franco non ha preso immediatamente provvedimenti, pensando fosse solo un picco “estivo” per via delle vacanze. Ma fra gli utenti più attivi c’era un certo malessere e alcuni degli ultimi arrivati hanno “forkato” creando il gruppo Crypto Italia. Parlo di “ultimi arrivati” proprio perché erano tutti utenti relativamente nuovi, iscritti dal 2017. Non ricordo se Gianluigi Crimi fosse fra i proponenti del fork, in quel caso credo fosse l’unico ad essere iscritto a Bitcoin Italia già da qualche anno. Ad ogni modo, l’unico motivo del fork era lo spam. Ora è stata introdotta la pre-moderazione e mi sembra che anche Bitcoin Italia vada benissimo.

Quando sono entrato nel gruppo gli utenti erano forse circa già 3 mila, ora sono 28 mila. Per anni Franco si è speso per la community italiana, non certo solo su fb. Io che ci sacrifico le mie notti credo di aver “donato” alla community una quantità di ore molto inferiore a Franco che negli anni ha collezionato 8600 post su Bitcointalk (una media di 3 al giorno per 8 anni) fra cui una marea di guide, anche di buona qualità.

Bitcoin oggi non funziona, funzionerà con Lightning Network. Siamo qui perché crediamo in una promessa nel futuro, nella capacità tecnica degli sviluppatori di progettare un protocollo ambizioso e dei software che lo facciano funzionare al meglio. Non solo, crediamo che questi software saranno alla portata di tutti e che gli utenti saranno disposti a usare quel sistema, creando una rete magliata diffusa in tutto il mondo. Confidiamo quindi anche in un assunto sociale, non solo tecnologico.
C’è chi non ha tutta questa fiducia in Lightning Network, ma crede in un altro assunto, ovvero che lo sviluppo tecnologico dell’hardware possa sorprenderci. La legge di Moore potrebbe perfino essere troppo pessimistica, magari supereremo uno scoglio evolutivo, un “grande filtro”, come raccontavo in questo articolo sulla scalabilità onchain. Senza escludere ovviamente nuove soluzioni di software. Credendo genuinamente in questa possibilità, Franco Cimatti e pochi altri hanno lanciato Bitcoin Cash nel luglio 2017, con una campagna mediatica molto efficace: https://bitcointalk.org/index.php?topic=2040221.0
Con BCH si metteva efficacemente una pezza a un problema immediato, quello delle fee alte e della lentezza delle transazioni. Una pezza che secondo alcuni nel lungo periodo peggiora solo le cose, ma se è vero che le peggiora, la storia ce lo deve ancora dimostrare. Ricordiamoci infatti che Bitcoin Cash non è affatto Ethereum, il quale probabilmente col suo terabyte di blockchain ha già decretato la propria lenta morte (vedi questo articolo al riguardo). Forse BCH rischia di andare in quella direzione, ma non possiamo certo saperlo in anticipo.

Sia che tifiamo per l’una o l’altra via, onchain o offchain, a guidarci è la speranza in qualcosa di futuro. Forse fra 2 anni Lightning Network sarà finalmente quella rivelazione (decentralizzata) che tutti ci aspettiamo. Allora sono sicuro che Bitcoin Cash sarà abbandonato anche da Cimatti, il quale probabilmente rientrerà nel ruolo che per anni ha avuto come icona storica per i bitcoiners italiani e questa cotta per BCH sarà dimenticata da tutti. Oppure, con mia grande sorpresa, Bitcoin Cash sarà una rivelazione e diventerà l’unico Bitcoin.
In fondo, che si parli di BTC o BCH, sempre Bitcoin è: sono due tentativi (e sottolineo tentativi) diversi di raggiungere lo stesso scopo. Un giorno Bitcoin sarà pronto per le masse, pensiamo al traguardo e chiediamoci se siamo davvero sicuri di voler percepire come un problema l’esistenza, oggi, di un alter ego a Bitcoin in questa breve parentesi temporale. Piuttosto che un problema, secondo me è uno stimolo in più.

Delle due vie, BTC e BCH, io punto decisamente sulla prima, ritengo che sia più razionale quel modo di scalare, avendo delle basi teoriche solide e uno sviluppo già in fase avanzata. Tant’è che sul gruppo Bitcoin Italia spammo le mie guide su Lightning Network già dal maggio 2016: https://www.facebook.com/groups/bitcoinitalia/permalink/1115311045206956/ Tuttavia, non posso dire di avere l’assoluta certezza che una via si dimostrerà migliore dell’altra finché non avrò la prova provata che LN funzionerà come me lo aspetto. E non solo a livello tecnico, ma anche a livello sociale.

Intanto però, ringrazio Franco Cimatti del suo lavoro, perché quando ai tempi pubblicizzavo le mie guide potevo raggiungere un vasto pubblico esclusivamente sui suoi canali, dato che gli unici posti frequentati in lingua da centinaia/migliaia di persone erano Bitcoin Italia su fb e il canale di Bitcointalk, sempre gestito da Hosftat.

Che sia BTC o BCH poco importa, perché se in nome dell’uno o dell’altro vogliamo limitare la libertà di espressione, allora non abbiamo capito qual è il fine ultimo di Bitcoin. Con internet finalmente l’uomo ha ottenuto la libertà di comunicare, di condividere, di pubblicare (nel bene e nel male). Con le cryptovalute si potrà tendere a un nuovo traguardo: la libera iniziativa economica, il commercio, lo scambio. Senza un nuovo modo rivoluzionario di trasferire valore in modo libero, indipendente e autonomo, gli individui non potranno esprimere pienamente se stessi nel mondo e arricchirsi reciprocamente, al riparo dalle minacce di un monopolio della forza violenta, qualunque forma esso assuma.

 

ps: 1EAsJ6oPH53c2MbCmvVxsRvsFC1n6z6deJ

grazie Franco, nota che non è un indirizzo SegWit, proprio come piace a te : )

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