La Cina attacca il Bitcoin? Niente panico!8 minuti
Notizie dalla Cina… e il prezzo crolla. Quante volte l’abbiamo visto? Ma “correlation is not causation”. Le news cinesi sono spesso solo la scintilla o il pretesto, non la vera causa del crollo. Vediamo cosa ci insegna la storia:
5 dicembre 2013
Si diffonde la notizia che la Cina intende vietare alle istituzioni finanziarie il cambio in CNY e, in generale, la possibilità di fornire servizi di pagamento in Bitcoin (ad es. software Bitpay per merchants) per lo scambio di crypto con beni reali o servizi.
Oscillazioni di prezzo: – 47%
da 1132$ a 693$ dollari, (4 – 7 dicembre 2013)
A dispetto del calo considerevole di prezzo, il ban sembra non avere effetto: l’accesso al trading da parte dei cittadini non è sembrato mutato, le piattaforme di trading come BTCChina non sono state chiuse e anzi continuano normalmente ad operare.
Il prezzo prima del 5 dicembre era cresciuto a dismisura, da 100$ a 1100$ in circa due mesi. Il dump è palesemente un ritracciamento. A fronte di un prezzo decuplicato in brevissimo tempo, era prevedibile che la bolla esplodesse. Dinanzi a questi dati, è difficile affermare che la causa del crollo siano state notizie dalla Cina.
18 marzo 2014
Alcuni rumors dicono che entro il 15 aprile sarebbero stati bloccati i prelievi dagli exchange cinesi. In realtà si trattava solo di rumors. Eppure, la notizia continuava a circolare sulle testate occidentali.
Oscillazioni di prezzo: – 43%
da 612$ a 365$ (18 marzo – 10 aprile 2014)
Il calo di Marzo in realtà è chiaramente dovuto al crollo di Mtgox (febbraio – aprile 2014), che ha scatenato il più famoso dump del prezzo di Bitcoin della storia.
Il fallimento di Mtgox è ben diverso dai rumors cinesi: al tempo l’exchange deteneva il 70% degli scambi valutari. Hackerato molto tempo prima, Mtgox aveva tenuto il fatto segreto, confidando di riuscire, nel tempo, a recuperare i fondi rubati tramite le fee del servizio, facendo riserva frazionaria per assolvere nell’immediato le debenze nei confronti degli utenti che operavano withdrawals.
Essendo oggi il mercato molto più stratificato ed eterogeneo, non può più verificarsi un evento di questa portata.
Quelle riportate sono solo le news cinesi concomitanti a grossi dump del prezzo. In realtà rumors e fake news sulla Cina circolavano molto più spesso. Già nel 2014 si diffondono vignette di questo tipo, che ironizzano sull’idiozia e insignificanza delle notizie provenienti dalla Cina: https://m.imgur.com/r/Bitcoin/KDwtE
20 ottobre 2015
Da questa data le autorità cinesi si mostrano più aperte verso Bitcoin. Sul giornale ufficiale del Partito Comunista Cinese, appare un articolo in cui si afferma che “anche se alcuni ritengono che la tecnologia blockchain non sia stabile, non si possono ignorare i cambiamenti rivoluzionari che ha portato nel mondo finanziario. La nuova tecnologia […] innoverà il modo di fare transazioni finanziarie”.
Oscillazioni di prezzo: + 52%
da 267$ a 407$ (20 ottobre – 4 novembre 2015)
Sembrerebbe una crescita importante in soli 15 giorni, ma a ben vedere il 2015 è stato altalenante per tutta la sua durata, con pump&dump anche più pronunciati:
12 novembre: 430$ – 14 gennaio: 172$ | Trend calante: – 60% in 2 mesi
14 genn 2015: 172$ – 26 genn 2015: 273$ | Trend crescente: +63% in 12 giorni
3 marzo: 297$ – 14 aprile: 215$ | Trend calante: -38% in poco più di un mese
7 giugno: 223$ – 12 luglio: 309$ | Trend crescente: +38% in poco più di un mese
segue crollo a 210$ dal 12 luglio al 24 agosto | Trend calante: -33% in poco più di un mese
3 Novembre 2016
Vi sono altri rumors a novembre 2016 su possibili restrizioni cinesi al Bitcoin. Lo riporta la testata Bloomberg
Anche in questo caso paiono essere solo rumors, ma alcuni giornali “interpretano” retroattivamente il calo del prezzo come possibilmente dovuto a queste notizie. In realtà, guardando alla crescita del periodo immediatamente precedente, pare chiaro che sia solo un normalissimo ritracciamento, per di più di modesta entità.
Oscillazioni di prezzo: – 10%
da 745$ a 675$ (2 – 3 novembre 2016)
11 gennaio 2017
Si sparge la voce su testate occidentali che le autorità cinesi stiano aprendo un’inchiesta sugli exchange. L’11 gennaio è la data in cui BTCChina pubblica un comunicato.
Il prezzo va in picchiata da 1100$ a partire dal 4 gennaio e ferma la caduta a 760$ l’11 gennaio.
Oscillazioni di prezzo: -30%
Non è affatto dimostrabile che il dump in questione dipenda dall’inchiesta delle autorità cinesi. L’11 gennaio Bitcoin torna a crescere, eppure ancora non si sa nulla di ufficiale da parte del regolatore, è anzi il giorno stesso di pubblicazione del comunicato di BTCChina.
Inoltre, si noti che appena 15 giorni prima del crollo del 4 gennaio, ovvero il 20 dicembre, il prezzo era a 760$, ovvero lo stesso prezzo che si verifica alla fine del crollo l’11 gennaio. Più che di dump per le notizie cinesi, sembra piuttosto lo sgonfiarsi di una veloce bolla speculativa durante il periodo natalizio
10 febbraio 2017
Circolano notizie sul fatto che gli exchange cinesi debbano sospendere i prelievi, o in alternativa, è imposto un lungo periodo di review e verifica per ogni prelievo (della durata di 72h secondo BTCChina). La notizia viene confermata da OKCoin e Huobi. Sembra la prima volta che un provvedimento dell’autorità cinese abbia un effetto concreto sugli exchange.
Eppure il prezzo rimane completamente stabile. Qualcuno direbbe che il mercato ha “già scontato” la caduta un mese prima, ma che la caduta precedente fosse dovuto a questo… non è un po’ troppo forzata come interpretazione?
10 Settembre 2017
La Cina vieta le ICO, e il 12 settembre circolano rumors su ulteriori divieti più generali per gli exchange. La notizia di per sé è piuttosto nebulosa: come distinguere una ICO da una crypto? È necessario fare un’analisi tecnica sullo sviluppo de software? Che criteri useranno le autorità Cinesi? Che sanzioni provvederanno a comminare per quell’exchange (o qualsiasi altro servizio) che provi a fare il “furbo” e aggirare la regola, appellandosi magari a cavilli tecnici? Inoltre, è possibile scrivere una legge su temi di questo tipo in così poco tempo ed avere personale qualificato che la fa rispettare? Che costi comporterebbe? Sono tecnicamente in grado le autorità cinesi? E il gioco vale la candela? Inoltre, se la norma non è imposta tramite una legge, ma qualche altro regolamento, che validità ha, che estensione a livello legale, territoriale, temporale? Quali chances hanno le autorità per farla rispettare?
Il 14 settembre BTCChina dichiara che sospenderà il trading dal 30 settembre, forse per una scelta del tutto volontaria. Huobi e OKCoin dicono di non aver ricevuto alcuna notifica dalle autorità, ma comunque incontreranno i regolatori il giorno successivo per chiarire la situazione. In occidente (exchange Americani, Europei e Giapponesi) il prezzo crolla di circa il 22% nell’arco di una settimana, il 16% solo nella giornata. Per assurdo, sembra che sia la Cina a seguire il trend occidentale, non a dettarlo, come mostrano i dati:
Bitfinex -13% in una settimana, -10% in un giorno su USD
Kraken -16% in una settimana, -11% in un giorno su USD
Kraken / Bitstamp -17% in una settimana, -11% in un giorno su EUR
Altri exchanges giapponesi sono allineati a questi prezzi. Al contrario gli exchanges cinesi perdono molto meno:
OKCoin -11% questa settimana sullo CNY (-7.5% il 14 sett)
Huobi -12% nella settimana sullo CNY (-7.8% il 14 sett)
Il giorno successivo, il 15 settembre, il crollo prosegue e, a differenza del giorno precedente, in Cina il differenziale è più marcato che in occidente. Forse solo perché la perdita il giorno prima era stata inferiore in percentuale? Ad ogni modo, si diffonde la notizia che anche Huobi e OKCoin sospenderanno i depositi in CNY sui loro exchange. Non si direbbe che la notizia è positiva, eppure poco dopo la pubblicazione sulle testate occidentali (dopo un crollo del 33% nell’arco della settimana) i mercati tornano a stabilizzarsi, riportando un +24% fra la mattina e la sera del 15 settembre (ora italiana).
Oscillazione di prezzo: -33%
4400$ – 2980$ (12 sett – 15 sett mattina)
per poi tornare a 3700$ entro il 15 settembre sera (+24%)
Anche in questo caso non è la Cina la vera causa del crollo, ma semmai una piccola scintilla che ha fatto scattare gli speculatori, da tempo pronti a un enorme panic sell.
Dal 2 agosto al 1 settembre è infatti avvenuta una crescita straordinaria:
Oscillazione di prezzo: +80%
2721$ – 4910$ (2 agosto – 1 settembre)
Fra l’altro, pattern simili si sono già potuto verificare nel corso dell’anno:
15 – 18 marzo 2017
in soli tre giorni il prezzo scende del – 23%: 1257$ – 976$
Questa caduta seguiva una salita del + 60% dall’11 gennaio (780$) al 4 marzo (1287$)
Conclusione:
Alle volte, può essere che le notizie dalla Cina, confuse e incomplete, intimoriscano gli investitori, poiché la loro indecifrabilità crea un alone di mistero che muove gli istinti irrazionali dello speculatore. È lì che scatta il panic sell. Ma questo si verifica sempre solo se c’è stata una crescita smisurata del prezzo nel periodo precedente. In caso contrario, le notizie vengono per lo più percepite solo come dei rumors di poco conto. Detto ciò, non è escluso che in futuro la Cina sferri davvero un duro colpo al Bitcoin. Può essere che tuttavia, nel lungo periodo, questo sia più un bene che un male.
Concludiamo l’articolo con i precetti morali del buon Bitcoiner:
1) Bitcoin non smetterà di funzionare perché qualche speculatore di troppo pensa di realizzare, o perché qualche debole di cuore intende mollare. Never panic!
2) Sei appena entrato nel mercato e vedi tutto crollare? Compra ancora, non capitano spesso i saldi. Non hai altri soldi da investire? Non ti perdere d’animo e holda senza indugio. Ricorda sempre: non sei degno di un gain del 500% in un anno, se non riesci a sopportare un loss del 30% in una settimana.
3) Che male c’è in un dump del 35%, se il trend in fin dei conti rimane questo? http://btc.scumm.it/
L’analisi tecnica sul grafico è troppo ottimista? Poco male, ci possiamo sempre godere lo show di McAfee in diretta tv.
4) Ciò che stai vivendo, c’è chi l’ha visto decine di altre volte, e sa come andrà a finire. Come ogni volta: Bitcoin to the Moon. Quindi smettila di scrivere cazzate apocalittiche sui forum, o di fare domande schizofreniche per ricevere una premurosa rassicurazione dai più esperti. Un minimo di dignità, perbacco!
5) Ma in fondo, questa scarica di adrenalina non ci rende tutti un po’ più vivi?
6) Infine, sono questi i veri momenti in cui tutti ci sentiamo uniti contro un nemico comune: big-blockers o feticisti del blocco piccolo, UASFer o Silbertiani, nessuno escluso. Vergogna al primo che molla. Ricordiamoci sempre una cosa: diventare ricchi è un effetto collaterale, il primo obiettivo è cambiare il mondo, in meglio. Bitcoin deve avere successo, e noi siamo i suoi alfieri. Hodl ora e sempre!
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