Progetto crypto italiano: ho inventato Mintlayer, raccolto $18 milioni e perso tutto62 minuti

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Dubai, 30 agosto 2022, mi trovavo ad armeggiare con la zip in uno stretto bagno di un logoro ostello particolarmente affollato. Mi ero fatto strada in punta di piedi, cercando di arrivare incolume fino alla tazza evitando le trappole lasciate dagli ospiti come Abdul, noto per le difficoltà a centrare il bersaglio. Quando all’improvviso squilla il telefono. Numero sconosciuto.

Rispondo o no? Non sono infrequenti le chiamate dai call center sul numero emiratino. Ma già che ci sono…. “Hello?” esordisco.

Dall’altra parte della cornetta, l’ufficiale preposto alle licenze e affari del lavoro della free-zone di Ajman: “Mr. De Luigi? lei è stato segnalato e ho qui i moduli per metterla in blacklist, è pericoloso, la polizia emiratina la viene a prendere. Lei è fortunato che sono riuscito a contattarla”.

Finire agli arresti negli Emirati Arabi Uniti sarebbe stato solo l’ultimo dei tranelli che mi veniva tirato da chi è ancora libero – per ora, ahinoi – di commettere ogni tipo di nefandezza.

Ma prima di approfondire cos’è successo, facciamo un passo indietro.

DISCLAIMER: questa è una storia vera. Fatti, persone e luoghi corrispondono esattamente alla realtà. Tranne Abdul. Non so come si chiamasse quel tizio. C’era sicuramente un certo Sultan, ma non credo fosse lui a farla fuori dal vaso.

Foto presa dall’internet (incluso cerchio rosso). Da sinistra a destra: Enrico Rubboli, poi Charlie Shrem con sua moglie, infine Luca Viviani. Kaloi kai agathoi.

  1. PREMESSA
  2. I SOLDI DEGLI INVESTITORI
  3. BUGIE E TRADIMENTI
  4. A CASA MIA SI CHIAMA CORRUZIONE
  5. L’ILLUSTRE RUBBOLI È VERA DECENTRALIZZAZIONE
  6. BATTAGLIA IN CAMPO APERTO
  7. LA MENZOGNA È IL SUO PANE QUOTIDIANO
  8. PERCULARE GLI INVESTITORI CON CHARLIE SHREM, UN CATTIVO INASPETTATO
  9. LE FALSITÀ SUL PASSATO IN TETHER/BITFINEX
  10. MINTLAYER NON ERA LA PRIMA VOLTA: IL GATTO E LA VOLPE IN BQT
  11. RUBBOLI LANCIA LA CAMPAGNA DI DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA
  12. SAN MARINO NON INTERVIENE E I TOKEN MLT SARANNO (?) EMESSI SU ETHEREUM
  13. L’ATTACCO A DUBAI, MA L’AMORE VINCE SEMPRE
  14. FINALE APERTO: SEQUENTIA

1. PREMESSA:

Ho inventato un progetto che ha raccolto 18 milioni in cryptovalute, e ho perso tutto in un baleno. Si tratta di Mintlayer. Vi sto per raccontare una storia incredibile di inganni, tradimenti e soldi degli investitori in lusso sfrenato. Se a metà articolo pensate di aver già letto abbastanza, vi consiglio di NON proseguire con la lettura, diventa sempre peggio in un’escalation sorprendente, non voglio farvi morire di indignazione!

Mintlayer era un progetto volto a creare una sidechain di Bitcoin per la tokenizzazione di asset finanziari, scambiabili direttamente con BTC via peer-to-peer. Dal luglio 2019, ho iniziato a scrivere il whitepaper, poi il consensus paper e tutta la documentazione relativa. Nell’estate 2020, io, Enrico Rubboli e altri ci siamo incontrati per poter effettivamente dare luce a quell’idea, siglando un patto parasociale fra “founders”, con una semplice stretta di mano. Ai tempi, dovevamo ancora decidere quale sarebbe stata la struttura societaria, che verrà concordata internamente solo nella tarda primavera 2021, quando sufficienti fondi iniziano ad arrivare dagli investitori, per poter strutturare il progetto. Intanto, la raccolta fondi veniva fatta sfruttando l’unico veicolo societario allora già esistente, ovvero la società RBB sammarinese di cui è socio unico e amministratore Enrico Rubboli.

Nell’aprile 2021 partecipo a un meeting con San Marino Innovation e i loro consulenti del Politecnico di Milano, perché conferissero l’autorizzazione all’emissione del token a RBB, stanziata in San Marino. A valle della sottomissione di un documento in cui ho risposto ad alcune eccezioni poste dal Politecnico, San Marino Innovation ha autorizzato il whitepaper e il progetto Mintlayer.

Dal mio punto di vista, fidarsi di RBB si trattò di un errore dettato da varie circostanze, non ultima l’assunzione che la cornice legale su cui RBB si innestava, ovvero le autorizzazioni e i (presunti) controlli di San Marino Innovation, potessero costituire una garanzia sul buon operato di Enrico Rubboli e RBB. Ma le cose non vanno sempre come sperato. Dopo aver predicato bene per anni, sempre sospettoso nei confronti dell’apparato statale, ho finito anch’io per fidarmi troppo! Maledizione, non si impara veramente mai.

Ma tante volte da un gran merdone può nascere anche un fiore. Se siete ottimisti di natura, non mancate di leggere l’ultimo capitolo di questa storia infinita.

Pronti? Si parte!

2. I SOLDI DEGLI INVESTITORI

Nel gennaio 2022, al termine della raccolta fondi di Mintlayer, ossia i fondi degli investitori necessari per sviluppare la blockchain ed il suo ecosistema, Enrico Rubboli rifiuta di trasferire i fondi in un wallet multifirma condiviso con gli altri co-founders. Allo stesso tempo, scopriamo che Rubboli stava già spendendo una significativa parte dei 5,2 milioni di dollari raccolti nel primo round (ancor prima che round di raccolta successivi fossero in programma) in spese personali, quali la nuova casa in cui sposta la residenza, e una Porsche Panamera. Se la cifra totale spesa per fini personali è ad oggi ignota, è comunque provato che tale spesa sia almeno superiore a un quinto di quanto allora raccolto. A Maggio viene dichiarato chiuso il primo round di raccolta e i soldi confluiscono in RBB come “contribuzione al progetto Mintlayer” (da contratti SAFT con gli investitori). Ma già in Agosto, Rubboli apre la società AGI s.r.l. (qui visura), una sorta di scatola vuota, alla quale trasferisce € 955.450 (qui vedete il trasferimento nel bilancio che figura come finanziamento infruttifero) per comprarsi la casa in strada la Creta, a San Marino (qui atto notarile), in cui sposta la propria residenza. La PORSCHE / 971 GA12 1644100 (PANAMERA) risulta invece in bilancio e in questa visura.

Per amore di completezza, specifichiamo che da bilancio 2021 figurano anche 282 mila euro di costi della produzione, di cui:

  • 32 mila euro di spese per il personale
  • 62 mila euro il costo di selezione dei collaboratori
  • 30 mila euro di emolumenti a Rubboli come amministratore
  • 35 mila euro di spese di viaggio
  • il restante in consulenze, oneri bancari e servizi internet

Nel bilancio di RBB compare inoltre un trasferimento che figura come “immobilizzazioni immateriali in corso e acconti” per €1.177.315. In questa cifra vi è sicuramente quanto trasferito ad HTLC, la società aperta il 26 luglio 2021 a Dubai che Rubboli possiede al 33% (qui visura), mentre il restante 67% appartiene al suo socio Luca Viviani, che vive a Minsk, in Bielorussia, dove è noto nel giro del poker, ma in realtà co-gestiva (almeno fino a questa estate) il ristorante “Pinsa Romana da Giancarlo” a Minsk. Si suppone che HTLC debba pagare il personale per l’effettivo sviluppo di Mintlayer, ma non avendo alcuna trasparenza, non sappiamo in che misura le spese di HTLC siano legittimamente imputabili al progetto Mintlayer e quanto invece possa essere speso con altri scopi. Infine, RBB ha in bilancio 145 mila euro di partecipazioni in varie società. Infatti, possedeva al 100% un’altra società-scatola vuota di diritto britannico, poi venduta indata 3/02/2022 e ha una partecipazione in REALHOUSE S.R.L. Di quel che resta dei 5.2 milioni raccolti per Mintlayer al di fuori delle voci sopra menzionate, sull’account di RBB dell’exchange Kraken finiscono in USDC, USDT ed ETH € 1.357.690 e il rimanente va su Bank Frick, la banca presso cui RBB ha un conto in Liechtenstein.

Come vedrete nel corso dell’articolo, Rubboli tenterà in tutti i modi di nascondere gli spostamenti di denaro con vari mezzi:

  • offre una montagna di soldi ad alcuni investitori per supportare le sue menzogne (quello che a mio parere si chiama “corruzione privata” come previsto dall’ordinamento sammarinese, siamo in attesa di vedere se alla cancelleria penale di San Marino siano dello stesso avviso).
  • nega ogni trasparenza sulla corrente destinazione delle somme, persino con comunicazione formale agli avvocati degli investitori, affermando sostanzialmente che non è affar loro come Rubboli spende i soldi, perché non sono azionisti di RBB.
  • diffama a mezzo stampa gli “ex-collaboratori” con plateali bugie
  • fa continue promesse, mai mantenute, in merito a trasparenza, gestione fondi, audit etc. a team, investitori e community

Il resto del team non aveva alcuna visibilità sui movimenti effettuati da RBB, ma da gennaio 2022 iniziamo a insospettirci e chiedere con insistenza pezze giustificative, libri contabili e altro per verificare tutto. Io non conoscevo lo stato delle finanze personali di Rubboli prima di Mintlayer, tant’è che quando ho saputo che a novembre avesse speso intorno ai 15 mila dollari (vado a memoria, spero il buon Rubboli mi perdonerà se sono impreciso) in vestiti di Armani in un giorno solo, chiesi subito spiegazione al suo socio Luca Viviani, che mi disse che Rubboli aveva pagato di tasca sua. Inizialmente pensai quindi che potesse essere già ricco in passato, a prescindere dai soldi di Mintlayer, e che si potesse quindi permettere le ingenti spese in lusso e frequentazioni a Dubai.

Più avanti, intratterrò diverse conversazioni con Davide Caminati, amico di lunga data di Rubboli e che aiutava a gestire la chat italiana di Telegram, per cercare di capire qualcosa di più sul personaggio. Caminati mi ribadisce più e più volte convintamente che fosse assolutamente impossibile che Rubboli usasse fondi di Mintlayer per spese personali, spiegando di essere del tutto sicuro che quest’ultimo fosse già ricco di suo.

Tuttavia, a gennaio vengo a sapere in una telefonata con Luca Viviani e l’avvocato Mazzanti (alle dipendenze di RBB e co-founder) che Rubboli avesse effettivamente usato i soldi della raccolta per la nuova villa e Porsche Panamera. Rubboli tuttavia, prova per mesi (fino a marzo 2022) a raggirare i propri compagni, dicendo che ha già restituito i soldi sottratti, che le autorità (San Marino Innovation) controllano approfonditamente ogni operazione, e anche che si sta organizzando per il conto multifirma. Purtroppo, non avevamo ancora in mano bilanci e visure qui allegati per provare il contrario. Inoltre, Rubboli andava dicendo che aveva fatto alcune operazioni tramite la società solo per vantaggi fiscali e di avere già restituito i soldi per il progetto. Tuttavia, non porta mai evidenza di quanto dichiara.

L’avvocato Mazzanti mi spiega allora che erano già mesi che chiedeva a Rubboli le pezze giustificative relative persino ai (presunti) costi che Rubboli diceva di avere anticipato di tasca sua per il progetto, ai tempi della raccolta pre-seed (il primissimo giro di finanziamenti da 80 mila euro nel 2020), ma di non aver mai ricevuto alcunché nemmeno in merito a quello. Effettivamente, guardando al bilancio 2021 vi sono anche alcuni dettagli del 2020: qui vediamo che RBB ha un introito di 80 mila euro (che non saprei ricondurre a nient’altro se non il finanziamento pre-seed) di cui 44 mila euro sono segnati come utili per le tasche di Rubboli!

Visto che Rubboli scansava ogni domanda da gennaio 2022, insisto, non solo sul multifirma e per vedere ogni spesa, ma anche su altri temi fondamentali che io e il collega Andreas Kohl, responsabile della raccolta fondi, avevamo già sollevato in passato, come la destinazione dei token nella “company reserve” che, di punto in bianco, Rubboli afferma in modo del tutto unilaterale che deve rimanere esclusivamente in RBB (fino a quel momento, ogni decisione relativa al progetto era presa in modo collegiale). In questo modo, i token direttamente controllabili da lui (sommando le quantità non distribuite delle altre allocazioni) risulterebbero circa il 40% del totale. Avete capito bene, il 40% di tutti i token esistenti in mano ad un unico individuo, per un progetto che fa del suo mantra la decentralizzazione.

3. BUGIE E TRADIMENTI

A fronte della mia insistenza nel cercare risposte in merito a trasparenza e gestione delle risorse del progetto Mintlayer, Rubboli decide di punto in bianco di chiudermi improvvisamente tutti gli account sulle piattaforme che gestisce e cacciandomi da alcune chat telegram con gli investitori (quelle di cui è admin).

Il mio account gmail Mintlayer viene chiuso da Rubboli all’improvviso, proprio il giorno della stipula del contratto con Portal DeFi, dopo una trattativa da me gestita con quella che avrebbe potuto essere la partnership più importante per Mintlayer. Quando Chandra Duggirala di Portal risponde alla mia ultima mail inviando la versione definitiva dell’accordo, quella mail non mi raggiunge (se non tramite screenshot da Andreas). La partnership è stata solo annunciata ma non ha avuto alcun seguito.

Attonito per via del gesto di Rubboli, continuo a governare il team come posso tramite i canali a cui ho accesso e intanto provo a instaurare un dialogo con Rubboli. L’avvocato Mazzanti, che operava appunto anche come legale per Mintayer, sembrava volesse sistemare la situazione, ma si trovava in una posizione scomoda. All’inizio Mazzanti diceva di voler risolvere il problema parlando privatamente con Enrico, ma dopo tali colloqui, l’avvocato cambia completamente la sua posizione. Infatti, quando riesco finalmente a ottenere un incontro con Rubboli, Mazzanti è al suo fianco come un’eminenza grigia.

Il momento surreale in cui per la prima volta mi sono sentito in un film con dei veri e propri “cattivi”, insomma dei veri e propri antagonisti per eccellenza della storia, è stato quando Mazzanti, guardandomi dritto nelle palle degli occhi, contraddiceva totalmente le sue posizioni e affermazioni di un paio di settimane prima (incluse quelle per iscritto), provando insieme a Rubboli a riscrivere completamente ogni fatto relativo a Mintlayer.

Prima di questo incontro con Rubboli, Andreas Kohl mi riportava che Enrico era sicuro di “risolvere” la questione pagandomi affinché me ne andassi. Se pensava di pagarmi per rendermi complice delle sue malefatte si sbagliava di grosso. Dopo aver predicato anni contro ogni tipo di “scam”, sarebbe stata veramente una beffa che proprio il mio progetto, che ho creato in anni di duro lavoro e per primo ho presentato in Italia e in tutto il mondo, si rivelasse infine uno scam.

A valle dell’incontro con Rubboli e Mazzanti, i miei avvocati chiedono i documenti che ci erano stati promessi all’incontro stesso, ovvero quanto necessario per mostrarci tutte le spese passate e un business plan per gestire le spese future. Non ci arriverà mai niente. Dopo una prima comunicazione “dura” da parte nostra, Mazzanti si defila dicendo di non essere mai stato l’avvocato di Rubboli, affermando che voleva solo risolvere bonariamente le cose.

Subentra un avvocato Sammarinese a rappresentare Rubboli. Nonostante le promesse continuative fatte ai miei avvocati di mostrarci quanto chiediamo, dopo un tergiversare infinito lungo due mesi è chiaro ormai a tutta la squadra che Rubboli ci sta solo prendendo in giro cercando di prendere tempo. Non ci verrà mai passata alcuna documentazione. Insomma, Rubboli passa dal prendere per i fondelli il gruppo di lavoro di Mintlayer al fare lo stesso coi miei avvocati e – forse, mi vien da pensare – persino il suo avvocato, che di fatto verrà sostituito successivamente con un terzo avvocato.

Nel frattempo, ormai la macchina Mintlayer era ferma da parecchio: ad esempio i numeri sui social non solo smettono di crescere, ma addirittura sono in enorme calo, per via della totale inattività con fermo di tutte le iniziative che avevo pianificato e stavo portando avanti. Per fare solo un esempio, grazie alla piattaforma di lancio da me disegnata, progettata e sviluppata dal mio team (launch.mintlayer.org) e tutte le iniziative ad essa connesse, il gruppo Telegram era passato da una manciata di utenti a 40 mila. Dalla mia “uscita”, in migliaia hanno abbandonato i social, scendendo a 25 mila e oggi in continuo calo.

Tutte le campagne, i progetti e le partnership che stavo portando avanti vengono bloccati. Con persone che mi cercavano da ogni dove per spiegazioni: il team, agli advisor, gli investitori, gli utenti, i fornitori, etc. E io, nonostante tutto, col rischio di rimetterci ancor di più la reputazione, cercavo per il momento di non far trapelare niente, in un ancor minuscolo barlume di speranza di poter risolvere la situazione con le buone.

Ero decisamente troppo ottimista.

4. A CASA MIA SI CHIAMA CORRUZIONE

La videoregistrazione della telefonata fra Rubboli e Robertson, su twitter

Un investitore italiano della fase pre-seed, che come tanti altri aveva investito perché il progetto era supportato dal mio nome, mi chiede un aggiornamento su Mintlayer. A quel punto, io realizzo che devo quantomeno parlare con i primi italiani che hanno investito nella fase di pre-seed e seed sale. Li contatto tutti (un gruppetto di 8 persone) spiegando cosa stava succedendo e chiedendo loro di provare a far ragionare Rubboli, nella speranza che – magari – sentendosi sotto pressione da più parti si sarebbe smosso dalle sue folli posizioni. La situazione però non si smuove, anzi frana incommensurabilmente.

Infatti, il lead investor del progetto, Liam Robertson di Alphabit, chiede ad Andreas Kohl delle informazioni. Andreas a quel punto si sente costretto a raccontargli quello che sta succedendo. Facciamo una telefonata a 3. Liam ci ascolta e dice di voler risolvere attivamente la situazione. Chiede quindi spiegazioni a Rubboli, il quale ammette a Liam di aver speso i soldi degli investitori per la propria casa, ma dice di averlo fatto per motivi fiscali, creando così un “circolo virtuoso” (vedi screenshot). Liam a quel punto telefona anche a Luca Viviani, che gli dice una serie di menzogne autoevidenti, addirittura che io non sono mai stato cacciato dal progetto! Liam ormai capisce di essere preso in giro e chiede la restituzione dei soldi investiti (qui screenshot).

Rubboli gli nega il rimborso. Allora Liam si organizza con Andreas Kohl e altri manager ed advisor di Mintlayer per mandare una comunicazione di gruppo a Rubboli. Io stesso chiedo ad Andrea Scorrano, uno dei moderatori delle chat Telegram, di unirsi fra i firmatari di quella lettera. Scorrano fino a quel momento non sapeva di queste vicende, quindi indaga chiedendo direttamente a Enrico. È qui che Rubboli capisce che la cerchia di persone che sono a conoscenza delle sue malefatte si sta allargando sempre di più, perciò escogita un malvagio “contrattacco” e invita Liam Robertson in una telefonata.

Pensate che in quei giorni mi sono ritrovato a raccontare per la prima volta a mia madre quello che stava succedendo. Lei ascolta preoccupata e poi mi dice: “Enrico proverà a corrompere l’investitore”. Io non mi sarei mai aspettato si potesse arrivare fino a questo punto e ho detto “ma và mamma!”. Fortunatamente, Andreas partecipava alla call e ha potuto registrarla, la trovate qui. Specifico che il reato di corruzione fra privati è previsto sia dall’ordinamento italiano che sammarinese ed è sufficiente il tentativo, non è necessario portarlo a compimento.

Nella video-call, Enrico chiede a Liam che Alphabit mantenga il supporto a RBB e che prenda posizione pubblica per “distruggere le stronzate di Alberto” (riporto alla lettera), visto che teme che io racconti delle sue malefatte ad altri investitori. In cambio, offre a Liam il profitto di un investimento di 900 mila dollari, soldi proveniente da altri investitori e dati come contribuzione per il progetto Mintlayer! Oltre a ciò, Enrico propone a Liam di mettere al sicuro l’investimento di 900 mila dollari di Alphabit stessa, portandoli in un escrow, così che Liam li potesse recuperare in caso di intervento delle autorità su RBB. Insomma, 1 milione e 800 mila dollari sarebbero stati impegnati in questo giro di malaffare fra lui e Liam affinché Alphabit continuasse a supportare RBB e col fine esplicito di diffamarmi.

Liam Robertson rifiuta la mazzetta, scrivendo a Rubboli che non può accettare (vedi screenshot) dopodiché, insieme a vari membri del team Mintlayer, firma la seguente comunicazione (vedi screenshot) indirizzata Rubboli, dove si dice che la situazione è tale per cui i soldi devono essere trasferiti a una fondazione no profit a cui Enrico dovrebbe prendere parte, garantendo così continuità e correttezza al progetto. Nella mail, a firma di alcune importanti figure del team e scritta in toni del tutto conciliatori dal buon Chris Connelly, manager della community Mintlayer, si specifica anche che è intenzione di tutti nel team, che Rubboli rimanga a capo dello sviluppo, provando così a chiudere un occhio su tutti i comportamenti pregressi e trovare un compromesso per salvare progetto e reputazione.

Insomma, nonostante quanto commesso da Rubboli, il team intero ha provato ancora una volta a tendergli la mano con l’unico fine di salvare pubblicamente la faccia del progetto e portarlo avanti in modo onesto.

5. L’ILLUSTRE RUBBOLI È VERA DECENTRALIZZAZIONE

Mai ci saremmo aspettati che Rubboli, nonostante quel fin troppo generoso compromesso che gli veniva offerto, in una sorta di delirio dell’ego, potesse pensare di fare muro contro tutto e tutti pur di tenersi i soldi senza imbarazzo, né vergogna e – anzi – di trasformare quella che era ancora una questione privata in un delirio pubblico.

Infatti, non risponderà affatto alla mail ricevuta dal team, lead investor e advisors, con una comunicazione interna. Al contrario, pubblica un articolo folle, direttamente sul sito di Mintlayer, dal titolo “Perché Mintlayer non ha una foundation”, e lo pubblicizza nella chat telegram. L’articolo spiega che Mintlayer non avrà mai una fondazione che gestisca i finanziamenti raccolti in modo trasparente, perché proprio per amor di decentralizzazione, tutto deve stare nelle mani di RBB e del suo amministratore unico Enrico Rubboli! Non sto scherzando, leggete pure per intero a questo link.

L’atteggiamento arrogante e infantile nel rispondere al lead investor e altre importanti figure con un articolo pubblico, anziché in privato, è solo la ciliegina sulla torta! Leggete cosa scrive Rubboli (mi limito a tradurre con qualche taglio per non annoiarvi):

“registrarsi sotto una fondazione permette a entità crypto di avvicinarsi allo scopo delle cryptovalute: la decentralizzazione. Tuttavia, la fondazione stessa diventa un punto di centralizzazione, distruggendo l’intento originario […] La fondazione è aperta a politica, corruzione […] qual è l’alternativa? […] RBB LAB, l’azienda guidata da Enrico Rubboli […] infatti, la trasparenza e i controlli di San Marino e della cornice legale del paese non faranno altro che accelerare gli obiettivi di Mintlayer”.

Facile no? Anziché gestire i soldi raccolti con una fondazione no profit e regolata, per amore di decentralizzazione lasciamo tutto a una sola persona e la sua azienda da capitale sociale di 1000 euro e amministratore unico, che fra l’altro sta provatamente scialacquando i soldi degli investitori nei propri vizi. Tanto ci pensa la cornice legale di San Marino! Certo, abbiamo visto!

Ma non è certo finita qui, gli eventi precipitano in un vortice nero sempre più inquietante.

Andreas Kohl era il principale interlocutore con tutti gli investitori, al punto che molti conoscevano soltanto lui e con Rubboli non hanno mai avuto alcun contatto. Andreas si vergognava come un ladro – neanche avesse lui rubato i soldi – leggendo un articolo come quello pubblicato sul sito di Mintlayer. Decide quindi di incontrare Rubboli di persona e gli dice che si sta comportando in modo vergognoso e criminale, che l’articolo presente sul sito internet è ridicolo e fonte per lui di enorme imbarazzo, e che le cose non possono andare avanti così, che deve piantarla con queste follie e reintegrare nel progetto le persone cacciate.

In risposta Rubboli non solo è arrivato letteralmente a “spintonare” (fisicamente) Andreas, fermandosi solo quando quest’ultimo gli ha detto “are we getting physical?”, ma immediatamente dopo cancella tutti gli account di Andreas Kohl e lo caccia da tutte le chat di cui Rubboli è owner (ovviamente, anche quelle con gli investitori).

Non solo, Rubboli a quel punto minaccia anche di cacciare tutti gli altri firmatari della lettera che aveva ricevuto. Ad esempio, a Christopher Connelly dice “stai facendo un gioco pericoloso”, mentre a Liam Robertson in privato dice che i firmatari si troveranno tutti quanti a “lavorare felicemente altrove” (vedi screenshot). Effettivamente, sarà così, Rubboli caccerà di lì a poco tutte le persone firmatarie della lettera. In un’escalation continua fra persone allontanate o che se ne sono andate, arriverà a trovarsi persino senza segretaria. 11 persone che fino a gennaio 2022 collaboravano non sono oggi più nel team, inclusa la sua segretaria personale.

Alcuni collaboratori di HTLC smettono di percepire il salario senza nemmeno una comunicazione né la rescissione del contratto. Altri, ricevono una comunicazione dicendo che hanno creduto a una narrativa falsa e quindi non possono più lavorare.

Ma tenetevi forte, non avete ancora letto niente.

La pagina wikipedia di Pinguino è molto istruttiva

6. BATTAGLIA IN CAMPO APERTO

Andreas Kohl, vedendosi estromesso da un giorno con l’altro, è costretto a comunicare a tutti i suoi investitori l’accaduto, spiegando di essere stato cacciato da quello che è, anzi ormai era, il progetto Mintlayer, e invia una comunicazione prima al team (vedi screen) e poi, analoga, agli investitori. Gli investitori vanno su tutte le furie non solo nei confronti di Rubboli, ma inizialmente anche contro noi del team, accusati di “negligenza” per aver permesso a Rubboli di avere il pieno controllo del denaro, al punto che alcuni dichiarano che intendono fare causa non solo a Rubboli, ma anche a noi.

A quel punto, decidiamo che non possiamo starcene con le mani in mano, che aiuteremo gli investitori nelle azioni legali contro Rubboli e che, a prescindere da tutto, porteremo avanti il progetto e daremo agli investitori infuriati il token del nuovo progetto (poi battezzato Sequentia), a prescindere dal fatto che riusciranno a recuperare o meno i loro soldi da RBB. Ci mettiamo quindi in contatto con due studi legali in San Marino perché possano rappresentare gli investitori.

Ormai è chiaro ad Andreas che il nome “Mintlayer” è condannato, prende quindi le distanze dal progetto con un tweet pubblico.

In poco tempo oltre 35 investitori chiedono formalmente via email un rimborso a Rubboli per una somma totale di circa 10 milioni di euro.

7. LA MENZOGNA È IL SUO PANE QUOTIDIANO

Le chat Telegram di Mintlayer si riempiono di commenti negativi: a quel punto Rubboli passa alla censura e a diffamare me e Andeas, con l’aiuto di due suoi “kapò” (preciso che queste due persone sono state informate sin dall’inizio dei comportamenti di Rubboli, tenetelo bene a mente se scorrete la chat per leggere). Fra l’altro, io venivo pubblicamente accusato di voler distruggere il progetto Mintlayer, quando è evidente che io non ho mai pubblicato nulla su Rubboli o Mintlayer fino ad oggi stesso, con questo articolo che è, a tutti gli effetti, la mia prima dichiarazione pubblica. Decisamente troppo tardi, direi! Le mie sentite scuse per non avervi avvisato prima!

Nel frattempo, cosa sta facendo Rubboli? Restituisce i soldi agli investitori infuriati? Ovviamente no!

Rubboli si nega completamente lasciando tutti senza risposte per settimane. Fin quando decide di provare ad abbindolare community e investitori pubblicando uno statement ufficiale, sul canale Telegram di decine di migliaia di utenti, dove diffama gli ex membri del team con una marea di bugie così plateali da essere praticamente auto-contraddittorie.

  • Dice che oltre 30 persone stanno lavorando al progetto Mintlayer, quando erano circa 20 prima di tutte le defezioni.
  • Dice – letteralmente – che tutti i soldi raccolti sono impiegati direttamente nel progetto Mintlayer, quando ci sono ormai visure e bilanci a dimostrare il contrario.
  • Dice che i soldi sono conservati al sicuro presso una terza parte, quando in quel momento metà dei fondi raccolti erano ancora perfettamente tracciabili su blockchain all’indirizzo a cui erano stati inviati (e ovviamente gli investitori potevano controllarlo con 1 semplice click).
  • Dice che solo 2 membri del team sono stati allontanati perché pericolosi per il progetto. Dice che figure come Andreas Kohl o Alberto De Luigi non sono importanti né gli interlocutori principali con gli investitori. Il che, detto agli investitori è una paradossale presa per i fondelli, visto che questi sanno benissimo chi sono i loro interlocutori. Ma qualche utente sprovveduto della chat Telegram potevano ancora bersela.
  • Afferma che Alberto De Luigi, che sarebbe di professione blogger (magari! bella vita farei!), non è altro che un copywriter che avrebbe partecipato al progetto solo qualche mese del 2021, non certo una figura cruciale. E che a suo parere stavo agendo contro gli interessi del progetto, per cui sarebbe stato costretto ad allontanarmi
  • L’unico altro membro del team allontanato sarebbe Andreas Kohl per via dei suoi tentativi di “estorsione” di denaro contro RBB. Questa favola dell’ “estorsione” a quanto pare è un tema ricorrente nella mente di Rubboli, visto che, all’incontro stesso che tenni con lui e Mazzanti sopra menzionato, quando affermavo di essere preoccupato per la gestione delle risorse, dicendo che ci ho messo la faccia per questo progetto e che lo sento una mia responsabilità, Rubboli tutto agitato inizia a blaterare frasi sconnesse e senza senso: “non devo essere messo – te lo dico subito – sotto ricatto, non mi ci faccio mettere sotto ricatto… no perché – voglio dire – non troviamo l’accordo perché altrimenti è…No!”, col Mazzanti e noi che gli spieghiamo che non c’è nessun ricatto. Scusate le frasi sconnesse, ma ho qui riportato esattamente come sono state pronunciate.

Faccio presente che le qui riportate affermazioni, false e diffamatorie, di Rubboli sono pubbliche (qui il documento come pubblicato su telegram) e inviate in chat con decine di migliaia di persone.

Rubboli ha anche provato a far firmare quelle dichiarazioni alle altre persone del team, ma alla fine le pubblica con la firma generica “Mintlayer team”, visto che a quanto pare nessuno ha accettato di metterci il proprio nome. Che imbarazzo.

Chris Connelly, il community manager che fino a quel momento aveva detto di essersi preso solo una pausa di riflessione, disgustato dalla richiesta del proprio “datore di lavoro” di firmare una valanga di bugie, abbandona formalmente. Ma i kapò di Rubboli scrivono nella chat pubblica ufficiale che Chris è in vacanza a fare surf. Un vero e proprio circo dei pagliacci. Per fortuna, c’è chi se ne accorge che qualcosa non va, le voci girano, e nelle chat italiane su Telegram iniziano a chiamare Rubboli “Pinguino”, il cattivo di Batman. E una vagonata di meme affollano l’internet.

8. PERCULARE GLI INVESTITORI CON CHARLIE SHREM, UN CATTIVO INASPETTATO

Nonostante i ridicoli tentativi mediatici di Rubboli, le proteste montano sui social e le chat di Telegram. Rubboli allora convoca tutti gli investitori in un’unica riunione, pensando di poter salvare la situazione con una serie di altre bugie. Nella riunione online (qui registrata, per la vostra gioia) dice una serie di menzogne agli investitori. Oltre a ribadire tutte le false affermazioni già riportate, in particolare qui fa le seguenti promesse:

  • Promette che fornirà il dettaglio di tutte le spese agli investitori, entro la settimana seguente (promesso dal suo socio emiratino Luca Viviani al minuto 13:50) così da dimostrare che tutti i soldi raccolti sono spesi nel progetto
  • Promette che un ente terzo certificato effettuerà un audit alla società entro 3 mesi per dimostrare che tutti i conti sono a posto e che darà presto aggiornamenti in merito (al minuto 11:56)
  • Promette di aggiornare gli investitori entro due settimane (al minuto 59) con un piano di RBB per configurare presto un multifirma con cui gestire le somme ricevute

Tutte promesse non mantenute e fatte solo per cercare di prendere tempo, ancora una volta. Non gli bastava prendere per i fondelli team e avvocati, ora anche tutti gli investitori in seduta plenaria. Tant’è che oltre 1 mese dopo, a smentire completamente tutte queste promesse, il suo nuovo avvocato Annetta scriverà agli investitori (vedi qui) che non essendo azionisti, ma solo acquirenti di un token, non hanno alcun diritto a vedere niente di più del bilancio già pubblicato del 2021 (dove fra l’altro è palese la distrazione di fondi dal progetto!).

Quel che è ancor più inquietante è che in questa call con gli investitori del 3 giugno, partecipa un personaggio conosciutissimo, Charlie Shrem, co-founder della Bitcoin foundation. Andreas Kohl conosceva Charlie Shrem da tempo e lo aveva convinto a investire in Mintlayer tramite il suo fondo Druid fund. Charlie è stato fra i primissimi investitori ad essere informato delle azioni di Rubboli e ci ha subito detto di volerci aiutare. Io e Andreas ci avevamo parlato personalmente, chiedendogli di aiutarci a convincere Enrico a ragionare.

Charlie ed Enrico si sono però incontrati fisicamente il giorno 22 maggio a Cannes. Incredibilmente, dopo quell’incontro, Charlie passa a difendere Rubboli a spada tratta e si fa riprendere persino in foto abbracciato a Rubboli (a sinistra) e Viviani (a destra). Rubboli lo ingaggia quindi come moderatore della riunione del 3 giugno. Come potete sentire nella registrazione, è Charlie ad aprire il meeting e supporterà Enrico durante tutta la telefonata.

Qui, Charlie afferma di aver parlato con Liam Robertson di Alphabit e che l’episodio della corruzione con Liam è stato del tutto travisato perché “fuori contesto” (affermato al minuto 9.40 della telefonata). Charlie afferma che non si tratta affatto di corruzione, come Liam stesso avrebbe a lui stesso riportato in una conversazione privata: “Ho parlato con Liam… non c’è alcun tentativo di corruzione. È stato percepito del tutto fuori contesto. Liam è – come me e il nostro fondo – desideroso di continuare a supportare Mintlayer”.

Liam Robertson, adirato con Rubboli al punto da chiamarlo più volte “fat cunt” (puttana cicciona) persino nelle chat Telegram con 200 investitori (vedi screenshot), di fatto aveva già dato disponibilità a testimoniare di fronte alle autorità italiane e sammarinesi relativamente all’episodio di corruzione, tant’è che nella denuncia fatta sia alla Guardia di Finanza che alla cancelleria penale di San Marino, viene riportato mail e numero di telefono di Liam. Sentita la registrazione del meeting con Charlie, contatto Liam e gli riporto quanto affermato da Charlie. Liam ascolta la registrazione e nega tutto quanto riportato da Shrem (vedi screenshot).

Personalmente, avevo sempre visto Shrem come un eroe finito in galera senza colpe (per la questione di The Silk Road), ma di fronte a quel teatrino con Rubboli sono rimasto talmente deluso da Charlie che a questo punto direi che si merita il report inviato alla SEC per segnalare sia Mintlayer che Charlie stesso, visto che Druid fund è una realtà che opera sul suolo americano e sta attivamente supportando Rubboli nel diffondere menzogne, col ben preciso piano di dumpare in testa ai retailer i loro token MLT sperando che avranno ancora un valore.

9. LE FALSITÀ SUL PASSATO IN TETHER/BITFINEX DI RUBBOLI

Se pensavamo di aver già visto tutto, il meglio in realtà doveva ancora arrivare. Fino a quel momento immaginavamo che il “breaking bad” di Rubboli fosse stato dettato dalla così detta “occasione che fa il ladro”, ovvero dalla pioggia di denaro raccolto con Mintlayer. Invece, Rubboli a quanto pare era all’opera già da molto tempo prima!

Anzitutto, Rubboli si è sempre presentato al team come il creatore, o co-creatore, di Tether su ERC-20 ed ha sempre dichiarato di aver sviluppato il matching engine di Bitfinex. Un curriculum notevole per una persona nel mondo delle crypto.

Io che conoscevo Giancarlo Devasini di Bitfinex, avendolo incontrato varie volte sia per occasioni professionali che di pura convivialità, avevo organizzato un paio di incontri fra Mintlayer e il team Bitfinex. Qui, Giancarlo ha sempre riconosciuto Rubboli come un ex dipendente, per cui non mi sono mai interrogato sulla veridicità del background di Rubboli in merito. Non mi sarebbe mai venuto in mente di chiedere conferma di quali attività avesse svolto. Tuttavia, Paolo Ardoino, il CTO di Bitfinex e quindi diretto superiore di Rubboli, non ha mai partecipato ad alcuna riunione con noi e – cosa che ai tempi avevo effettivamente già trovato sospetto – non aveva nemmeno mai risposto nelle chat di gruppo dove presente Rubboli.

Quando Andreas chiede pubblicamene su twitter di cosa si fosse occupato Rubboli, Ardoino smentisce tutto: il matching engine di Bitfinex è stato fatto da Paolo, non da Rubboli. Il contratto di Tether da Will. Rubboli ha solo partecipato, insieme a vari altri, alla codebase di Bitfinex. Altro che “il padre di Tether”! Ardoino sottolinea anche che, dopo il suo tweet, Rubboli lo ha immediatamente bloccato su Twitter! Vedi i seguenti Tweet di Ardoino qui e qui.

Personalmente, trovo veramente stupefacente come Rubboli non si sia ancora sotterrato dalla vergogna, ma anzi sia ancora lì a tentare di raccogliere altri soldi per Mintlayer! Proprio così, a quanto pare, fra i piani di Rubboli, vi è anche quello di raccogliere altri soldi, visto che ha recentemente cercato di portare a bordo del progetto Mintlayer (almeno, di quello che ne è rimasto) Ian Staley, un professionista del fundraising. Fortunatamente, dopo una settimana di negoziazioni, Ian stesso si accorge in modo del tutto autonomo che c’è qualcosa di “losco” (“shady”, ci riporta Ian) nel comportamento di Rubboli e ha contattato lui noi, per avere delucidazioni. Per fortuna si è salvato la reputazione e ora è formalmente Advisor per Sequentia.

Ma il passato di Rubboli doveva riservarci ancora grandi sorprese!

10. MINTLAYER NON ERA LA PRIMA VOLTA: IL GATTO E LA VOLPE IN BQT

Rubboli che si spacciava già per grande protagonista in Tether

Facendo ricerche approfondite con motori diversi da Google abbiamo scoperto fatti che ai tempi ci erano del tutto ignoti. Scopriamo infatti che nel 2019 (quando già stavo lavorando al design di Mintlayer) Rubboli era impiegato in un progetto per un exchange chiamato BQT (il cui token è BQTX). Ci siamo messi in contatto prima con un advisor italiano del progetto, nonché finanziatore, Luca Cotta, poi direttamente con il CEO di BQT Eddie Mandel per saperne di più.

Quello che riportano è stupefacente: secondo Luca Cotta, Luca Viviani avrebbe convinto il team di BQT ad assumere Enrico Rubboli come CTO. Enrico si sarebbe presentato come co-inventor di Tether ERC20, come anche compare nelle pagine di presentazione di BQT tutt’ora online (vedasi al link). Enrico, sempre a detta dei ragazzi di BQT, avrebbe percepito uno stipendio per 8 mesi senza fare nulla. Non solo, avrebbe assunto un’intera squadra di “sviluppo” pagata da BQT, che – riporta Eddie Mandel – si è poi scoperto che lavorava non a BQT, ma a un altro progetto personale di Rubboli: “Abbiamo scoperto che il suo team stava usando i fondi, i server e altre risorse dell’azienda per costruire e testare il proprio progetto dietro le scene. Alla fine, abbiamo dovuto assumere un altro team soltanto per recuperare il sistema e sistemare i problemi” – riporta Eddie Mandel direttamente alla chat allargata con tutti gli investitori di Mintlayer interessati ad avere un rimborso (vedi screenshot).

Luca Cotta poi, mi riporta che quando hanno scoperto e cacciato Rubboli, Luca Viviani si scusò moltissimo con tutti affermando che non se lo aspettava. Personalmente, ci rivedo l’esatto stesso copione che Viviani iniziò a recitare con me, mentre parlavamo dei soldi distratti per la casa da Rubboli, dicendomi in tono sconsolato “mi sono fidato troppo…. ora cosa vuoi che faccia, io non ho potere in HTLC perché i soldi arrivano da RBB, anche volendo non potrei oppormi”.

BQT e Mintlayer non sono gli unici progetti danneggiati da Rubboli. Lo stesso era coinvolto anche in Stablecomp, finché fortunatamente i ragazzi del progetto, messi di fronte alla totale assenza di progressi, hanno cambiato team. Auguro loro di recuperare al più presto sulla roadmap.

Insomma, Viviani e Rubboli, il gatto e la volpe. E pensare che Viviani è conosciuto da sempre come “il gatto”, visto che ha sempre avuto sui social l’immagine profilo di un gatto. Coincidenze? Non credo! : ) Rubboli invece, ha commentato per anni sui social, in particolare facebook in gruppi come Bitcoin Italia e Crypto Italia, con l’immagine non di una volpe, ahimé, ma di un piccione. E non con il proprio nome, ma con lo pseudonimo “Gino Cerutti”. Quindi forse, non dovremmo dire il gatto e la volpe, ma il gatto e il piccione.

11. RUBBOLI LANCIA LA CAMPAGNA DI DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA

Sapendo che gli investitori stanno procedendo per le vie legali e che una denuncia penale è stata fatta nei suoi confronti agli inizi di luglio 2022, Rubboli pensa bene di lanciare una campagna mediatica diffamatoria contro me e Andreas Kohl, oltre che per provare a ingraziarsi Corte e Istituzioni di San Marino. L’avvocato Annetta infatti, ha al suo seguito tal Enrico Lazzari (che preciso subito, non è un giornalista iscritto all’albo) il quale inizia a bombardare il principale giornale di San Marino (giornalesm.sm) di articoli prezzolatissimi (ne conto 9 da luglio a settembre), palesemente al soldo di RBB, in cui elogia in maniera sperticata la figura di Rubboli come grande imprenditore. Persino io, che ho ben poco senso del pudore, mi imbarazzo a leggerli immaginandomi nei panni di Rubboli. Invidio i non normodotati che hanno potuto approfondire queste belle letture estive senza percepire lo stesso disagio!

Oggetto di elogio del buon Lazzari è anche la cornice legale di San Marino, perché una leccatina qui e là non può far certo che male. Inoltre, si parla di Mintalyer come “salvifico” delle casse pubbliche sammarinesi e… rullo di tamburi, come soluzione ecologista per combattere l’inquinamento. Insomma avete capito, Rubboli è sia il salvatore delle casse statali, sia la Greta Thunberg del Titano.

Ora, caro Lazzari, capisco che sia Rubboli a rivederti la parte tecnica degli articoli e che quest’ultimo, forse, metà del whitepaper di Mintlayer non l’ha nemmeno letta, ma quando nella documentazione di Mintlayer scrivevo di “pollution” intendevo “UTXO dust”. È un’altra cosa, capisci? Vabé. Almeno ho avuto le mie piacevoli letture estive. Frasi come “quello che sta affermandosi attorno agli asset digitali è un sistema liberal-democratico” (vi prego fatelo leggere a Giacomo Zucco!) sono veramente un toccasana per i palati più fini amanti di un vero umorismo sofisticato. Grande Lazzari, grazie!

La cosa più importante di quegli articoli però, è – ovviamente – che riportano un sacco di balle sugli “ex collaboratori”, citando parti di una (presunta) denuncia penale che Enrico avrebbe fatto nei confronti miei e di Andreas Kohl. Ahimé non ho ancora avuto l’onore, a distanza di un paio di mesi, di ricevere alcuna notifica dalla procura in merito. Ma da indiscrezioni parrebbe che la denuncia esista per davvero, sono proprio curioso di vedere che fine farà. Però, prima vediamo la lista di articoli coi loro altisonanti titoloni, poi analizziamo la serie di menzogne che vogliono veicolare.

1. San Marino. Denunciati due ex collaboratori: avrebbero tentato di “scippare” business, idea e know-how ad una innovativa azienda sammarinese (17 luglio)

2. San Marino. Caso Mintlayer, quanto mai circostanziate le gravi accuse ai due ex collaboratori. Primi dettagli dalla denuncia depositata (19 luglio)

  1. “DeFi, futuro roseo per San Marino: quando “destra” e “sinistra” lavorano sinegicamente per lo sviluppo i risultati arrivano. Mintlayer “ambasciatore” del Titano nel mondo” (1 ago):

4. (copia esatta del primo articolo, ma con titolo diverso): San Marino. Enrico Rubboli querela A.D.L. (blogger italiano) e A.K. perchè avrebbero tentato di “scippare” business, idea e know-how della sammarinese RBB Srl (9 agosto)

  1. “San Marino. Mintlayer aprirà ai suoi utenti business fino ad oggi d’elite, come la produzione cinematografia o la gestione degli Npl. Miracoli della nuova DeFi” (3 ago)
  2. Mintlayer di Rbb, quando l’idea di un imprenditore regala autorevolezza e attrattiva internazionale al “sistema San Marino” (11 agosto):
  3. Tutti vogliono Mintlayer: domanda 25 volte superiore all’offerta. “Futures” sul Token MLT da record! (17 ago)
  4. Ecco perchè l’ecosistema DeFi “made in San Marino”, Mintlayer di RBB, può da solo risanare le case pubbliche sammarinesi (24 ago)
  5. Su Mintlayer sbarca BlockInvest di Crédit Agricole bank per “tokenizzare” gli NPL… San Marino sempre più attrattiva nel mondo dei crypto-asset (26 ago)

Alcuni degli articoli diffamatori comparsi su Giornale San Marino a firma di Enrico Lazzari (in foto a sinistra)

11.1. IL FURTO DI KNOW-HOW

Nel primo articolo (qui il link) leggiamo: “Denunciati due ex collaboratori: avrebbero tentato di scippare business, idea e know-how ad una innovativa azienda sammarinese”. Lo stesso identico articolo è riproposto 23 giorni dopo sempre su giornalesm, col titolo “San Marino. Enrico Rubboli querela A.D.L. (blogger italiano) e A.K. perchè avrebbero tentato di scippare business, idea e know-how della sammarinese RBB Srl”.  Nel testo si specifica che la RBB “fin da subito si concentrò nella concretizzazione di una idea del suo fondatore, vero esperto di informatica, linguaggi e protocolli- creata per concretizzare una idea dello stesso Rubboli: l’innovativo, per certi versi rivoluzionario progetto Mintlayer, che si prefigge di semplificare, alleggerire e rendere più economiche, ecosostenibili (elaborazioni informatiche più leggere richiedono meno consumo di energia) e sicure le transazioni delle monete elettroniche attraverso la “tokenizzazione” degli asset.” Insomma, da un lato abbiamo la grande conoscenza informatica di Rubboli, io invece sarei un “blogger” da strapazzo che tenta di scippargli le idee e il know-how.

Premesso che una vicenda di “furto di know-how” esula del tutto dal problema di Rubboli, che si spende i soldi di Mintlayer per sé. Ma anche volendola analizzare, è facilmente dimostrabile come si tratti solo di menzogne in evidente malafede, quindi diffamazione a pieno titolo. È facilmente dimostrabile chi abbia inventato, scritto, discusso e presentato Mintlayer (chat, log, documenti, scambi, conversazioni, messaggi vocali, è tutto salvato e archiviato). Non solo, Rubboli stesso ha sempre detto per anni che l’autore/inventore sono io, dalle chat dove dice che il copyright è mio, a comunicazioni a parti terze. Ricordo persino alcune occasioni (ad esempio la telefonata coi ragazzi di Eidoo) in cui Rubboli va dicendo “l’ha inventato Alberto eh, per cui se non funziona è colpa sua!!”.

Ma ipotizziamo – per assurdo – che non vi fosse alcun documento a dimostrazione di ciò. Rubboli è perito tecnico e ha quasi 50 anni, non ha mai avuto uno straccio di laurea (già, l’ho scoperto anche io molto tardi purtroppo). Ha sempre intenzionalmente usato l’inglese “engineer” giocando sul fatto che “software engineer” viene usato nei paesi anglofoni anche per chi non è qualificato. Il suo massimo risultato in carriera è stato quello di partecipare, insieme ad altri, alla scrittura del codice di un exchange Bitcoin (Bitfinex) nell’arco di poco più di un anno. E insomma, questo illustre esperto avrebbe avuto, all’alba dei 45 anni, il colpo di genio per sviluppare grandi idee e know how che io, umile “blogger”, avrei provato a “scippargli” (scippargli come poi??).

Il nostro peritone tecnico di Cesena forse si è dimenticato di specificare che io, nella vita, oltre a scrivere saltuariamente sul mio blog personale, di professione non ho mai fatto il blogger, ma sempre il consulente tecnologico, lavorando in aziende come Brainforce (poi Cegeka), BTO Research, Accenture. Ho sviluppato piattaforme per le più grandi multinazionali italiane, come Luxottica, e nel 2021 ho seguito – dal punto di vista informatico – fra le altre cose – anche l’acquisizione di UBI banca da parte di Intesa Sanpaolo, gestendo la parte di migrazione di utenti e transazioni. E non che io ci abbia mai tenuto a fare show-off, ma visto che la situazione forse a questo punto lo richiede, specifico anche che ho due lauree, una con lode, e un corso (Computer Science 50) di Harvard, il cui conseguimento si ottiene solo con la consegna dell’ultimo dei 10 test, che richiede di sviluppare in autonomia (da zero) una piattaforma web per il trading. Ho tenuto e ancora continuo a fare lezioni sulla blockchain ovunque in Italia, anche in università. Ho pubblicazioni accademiche all’attivo in filosofia morale/politica che potete anche acquistare su Amazon qui o qui. Dal 2015 studio protocolli blockchain e scrivo articoli approfonditi in merito, come questa review del whitepaper di Lightning Network (dopo aver incontrato Poon e Drija in persona) quando ancora il resto del mondo manco l’aveva sentito nominare Lightning Network. Infine, nel mio curriculum accademico, ho conseguito moltissime materie che sono utili alla definizione di un meccanismo di Consenso su blockchain (come appunto Mintlayer/Sequentia), quali: logica, teoria dei giochi, statistica avanzata, statistica economica, teorie della regolazione, storia dei sistemi monetari, matematica avanzata, finanza e intermediari finanziari, metodi quantitativi, teoria politica, e molto altro.

E nonostante tutto, mi sono fatto fregare da un ciccione col diploma di istituto tecnico. Vedete che studiare non serve a un cazzo? Bambini, non prendete esempio da me.

“vero esperto di informatica, linguaggi e protocolli”. Ci ripenso ancora ogni tanto. Geniale. Gliela rubo. Me la stampo e la appendo in casa. Anzi, la uso io per le mie prossime apparizioni pubbliche online, in sovrimpressione. Ci aggiungo anche “Scienziato Bitcoin”.

Perdonate la digressione.

Poi mi domando: se Rubboli è davvero il grande inventore, allora dovrebbe spiegarci cosa ci facevo io in meeting per l’approvazione del progetto Mintlayer da parte delle autorità. Io che con RBB s.r.l. non ho e non ho mai avuto formalmente nessun rapporto lavorativo. Specifico anche che, dopo l’eccezione espressa dal Politecnico al whitepaper, il documento sottomesso da RBB (e scritto da me) che ha infine portato all’approvazione del progetto è, sostanzialmente, un copincolla di miei articoli (vedi qui il documento presentato da RBB e qui un mio articolo pubblicato addirittura un anno prima, a voi il giochino “trova le differenze”).

Infine, Andreas Kohl (che è oggi con me co-fondatore di Sequentia) ha raccolto 18 milioni per Mintlayer grazie esclusivamente alle sue conoscenze e al suo duro lavoro. Tutti gli investitori che stanno chiedendo un rimborso a RBB lo confermano. Non si capisce quale “conoscenza” avrebbe sottratto a Rubboli, visto che è Andreas quello che ha portato praticamente ogni singolo investitore.

Eppure, Rubboli continua a provare a metterci in cattiva luce nei confronti degli investitori, anche se a questo punto nessuno gli crede più. Il suo ultimo tentativo, il 7 ottobre, è un messaggio di 9 pagine inviato agli investitori via mail in cui rivela di aver trasferito le proprie azioni di HTLC a Luca Viviani, ripete che i fondi sono al sicuro, e sparla di me e Andreas. In particolare, per quanto mi riguarda, ripete ancora una volta che lui e Viviani hanno inventato Mintlayer, che io ero solo un dipendente e che mi hanno inviato un avviso formale prima di licenziarmi. Per tentare di provarlo, Rubboli ha pubblicato una mail che mi ha mandato, più il seguente messaggio, apparentemente datato 7 Marzo, in cui Enrico dice a Luca “non abbiamo ricevuto nessuna risposta al messaggio inviato il 25 febbraio”, per cui sono costretti a “licenziarmi”.

Ci sono due possibilità: o hanno preparato tale messaggio per creare questa narrativa giusto prima di inviarlo agli investitori, oppure lo hanno inviato veramente il 7 Marzo, il che sarebbe ancora più inquietante. Ma vediamo perché. Anzitutto, Luca ed Enrico non si sono mai scritti in inglese e non vedo per quale motivo avrebbero dovuto farlo il 7 Marzo. È quindi ovvio che abbiano preparato questa email per un’audience più ampia. Inoltre, io conosco molto bene gli standard lavorativi di Enrico e Luca (purtroppo), e posso dire tranquillamente che in 2 anni non ho mai visto una mail così formale scritta da nessuno dei due, tanto più se internamente.

Ma se queste argomentazioni non sono per voi convincenti, ecco di seguito la prova che stanno mentendo spudoratamente. Trovate infatti in questo pdf  (estratto direttamente dal mio account email) ciò che ho ricevuto da loro come “avviso formale” e la mia pronta risposta (di 6 pagine!) alle loro accuse. Ho inviato loro la mia risposta il 2 Marzo. Quanto quindi riportato nella (presunta?) mail del 7 Marzo di Rubboli, dicendo che non hanno mai ricevuto risposta, è insomma totalmente falsa. E se per caso avete ormai sviluppato un fetish per questa storia e avete tempo da perdere, vi invito a leggere molto attentamente la mia risposta. Vi darà ancora meglio un bel quadro di quanto siano falsi quei due soggetti.

11.2. SCIPPARE IL BUSINESS

Rubboli, tramite Lazzari, scrive su giornalesm.sm di me ed Andreas: “sfruttando le conoscenze acquisite durante la loro collaborazione con la società sammarinese e avvalendosene in modo sleale, avrebbero dato vita ad un progetto simile a quello ideato da Rubboli”. Insomma la versione Rubboliana non è che Rubboli si sia preso i soldi portati dagli investitori di Andreas per spenderli in beni voluttuari, bensì che Andreas avrebbe rubato i contatti dei ricchi investitori di Rubboli per promuovere Sequentia! What a plot-twist!

Fra l’altro, non abbiamo dato vita a Sequentia sfruttando alcuna conoscenza pregressa. Infatti per la raccolta fondi di Sequentia non ci stiamo rivolgendo ai vecchi investitori, ma a nuovi. I vecchi investitori di Mintlayer per noi sono soltanto un debito, visto che abbiamo promesso loro un “rimborso” in token SEQ (di Sequentia) come donazione, in quanto dispiaciuti per averli spinti a buttare i loro soldi in Mintlayer. L’offerta fatta è chiarissima ed Enrico la conosce bene, visto che l’abbiamo formulata in modo trasparente in una chat semi-pubblica che lui stesso legge: rimborseremo in SEQ tokens gli investitori che hanno chiesto un rimborso a Rubboli, sia che recuperino o meno i loro soldi da RBB per vie legali. Sarà poi discrezione di questi investitori, se vorranno, reinvestire in Sequentia i soldi eventualmente recuperati da RBB. Ma su questo di certo non ci facciamo conto.

11.3. MINARE LA FIDUCIA IN RBB

E ancora, Enrico scrive che io e Andreas Kohl avremmo sfruttato “un allungamento dei tempi definiti nella roadmap originaria… per minare la fiducia verso la società sammarinese”. Altra dichiarazione falsissima. Ovviamente è la distrazione di fondi dal progetto perpetrata dal Rubboli, la mancanza di trasparenza, l’idea tutta Rubboliana di “decentralizzazione”, l’episodio dell’offerta ad Alphabit e ogni altra nefandezza qui riportata, il motivo principale per cui gli investitori gli si sono rivoltati contro la società RBB.

Specifico poi che, anche se non è mai stato argomento centrale nelle discussioni con gli investitori, è certo che la mala gestio di Rubboli abbia impattato fortemente anche la Roadmap. Enrico ha scelto di sviluppare Mintlayer sulla codebase Substrate, iniziando gli sviluppi a maggio 2021. Per poi accorgersi che Substrate non può funzionare come sidechain di Bitcoin per motivi architetturali fondamentali. Il lavoro da maggio 2021 a dicembre 2021 e tutte le risorse spese nello sviluppo del protocollo sono state completamente buttate via a causa di queso suo errore. La data di generazione dei token è slittata per ben due volte e ad oggi rimandata a un generico 2023, due anni dopo quanto atteso dai primi investitori.

È poi toccato a me richiedere con insistenza agli sviluppatori un report completo del problema tecnico, al costo di doverli bacchinare per bene. Ed è toccato a me personalmente spiegare faccia a faccia agli investitori cosa fosse successo, spiegando l’errore tecnico di Rubboli e provando a giustificarlo con la mancanza di adeguata documentazione di Substrate (che effettivamente, se analizzata superficialmente risulta ingannevole).

Infine poi, il disastro combinato da Rubboli nel 2022 cacciando mezzo team non può aver certo agevolato i tempi. Ma la questione è marginale, visto che comunque Rubboli a quanto pare NON sta sviluppando (o non intende sviluppare, o non è in grado di sviluppare) il Mintlayer presente in documentazione, ovvero una sidechain di Bitcoin. Sfido i miei lettori più tecnici a provare il contrario guardando al codice presente su github.

11.4. L’ESTORSIONE (capitoletto aggiunto il 17 ottobre)

A valle della pubblicazione di questo mio articolo, Enrico continua a scrivere nelle chat di Mintalyer che il mio “attacco a Mintlayer” è dovuto al fatto che “c’è stato un tentativo di estorsione fallito e quindi è stata messa su questa carnevalata”. Insomma io in qualche modo sarei collegato a un tentativo di estorsione nei suoi confronti e, non essendo riuscito nel mio intento, avrei provato ad attaccare Mintlayer in tutti i modi. Poi però afferma che il tentativo di estorsione sarebbe stato fatto da Andreas, non me. Anche se non fossero solo un mucchio di panzanate, non si capirebbe bene come questo debba essere connesso a me. Ma se possiamo aggiungere qualcosa ai capi d’accusa della diffamazione, forse andrebbe anche ben specificato che Rubboli dà ad intendere che io abbia provato in qualche modo a estorcergli del denaro (vedi screenshot). Ma su cosa si basano queste accuse di Rubboli?

Ebbene, Enrico dice che Andreas Kohl avrebbe inviato una richiesta per 2 milioni di euro ai vertici di RBB tramite un messaggio su telegram inviato a Luca Viviani (che non fa parte di RBB, ma vabé, non ci perdiamo nei dettagli ora). Andreas ha infatti scritto a Luca che voleva 2 milioni, una casa, un’auto decente e una ragazza carina, oltre che possibilmente un ristorante “come il tuo” (rivolto a Luca e riferendosi al suo ristorante a Minsk). Questo messaggio è stato inviato in una di quelle chat telegram “segrete” (in cui i messaggi si cancellano in automatico dopo la lettura) e per questa ragione, purtroppo, Andreas non è in grado di fornire evidenza del messaggio scritto. Come d’altronde nemmeno Luca, essendo il messaggio originale ormai perso. Luca però, a quanto pare, avrebbe copiato il messaggio e incollato altrove. Da qui, dopo averlo parzialmente modificato (in particolare hanno rimosso alcune accuse che Andreas riportava a Luca in merito a soldi spese per ristorante o altro) l’avrebbero usato per accusare Andreas di estorsione. Sinceramente, immagino che in tribunale a San Marino ci si puliscano il sedere con una denuncia fatta ad un cittadino francese residente in El Salvador (Andreas appunto) che avrebbe chiesto in una chat telegram a cittadino italiano residente in Bielorussia (Luca) 2 milioni di euro, casa, auto e una bella ragazza. Richieste, fra l’altro, in un singolo messaggio su chat telegram e mai reiterate successivamente in alcuna occasione. Ma anche se volessimo proprio cercare di incolpare in tutti i modi Andreas di pericolosi crimini, ecco qui di seguito svelato come è andata.

Andreas in quei giorni era ancora parte di Mintlayer e stava cercando di raccogliere il maggior numero di evidenze per incastrare Enrico e Luca. Già il 28 marzo io e Andreas ci scrivevamo dicendo che dovevamo registrate tutto. È in questo modo che Andreas è riuscito a registrare la video call con Liam e molto altro materiale che non vale la pena riportare qui. Andreas poi mi aveva avvertito che aveva provato a far ammettere a Luca ed Enrico di star facendo uno scam, appropriandosi dei fondi di Mintlayer. È in questo contesto che ha deciso di inviare quel messaggio a Luca Viviani. Qui potete leggere l’intero messaggio così come è stato modificato e pubblicato da Enrico, a pagina 7 e 8 di questo pdf (che contiene tutte le accuse mosse da Enrico a me e Andreas, incluse le denunce). Traduco un estratto:

“Ehy Luca […] Ho deciso che voglio essere pagato per andarmene da Mintlayer. Ho capito che in fondo è tutto solo uno scam […] Ma se me ne andassi senza una buona uscita, siamo onesti, non ne uscirei da questa depressione, la mia vita è vuota, finirei per essere un problema per voi presto o tardi […] Per questo vorrei chiederti di aiutarmi a ottenere una posizione in cui ho qualcosa da perdere: una casa grande, una macchina decente, una bella ragazza […]  magari anche aprire un ristorante come te”. Luca ha risposto ad Andreas di andare a riposare, così Andreas ha capito che la trappola non era efficace e ha smesso immediatamente con questa strategia.

Riguardo alle accuse di estorsione, Andreas ha commentato quanto segue: “Stavo provando a tendergli una trappola, affinché mi proponessero una fetta dello scam e io potessi raccogliere ancora più evidenze incriminanti nei loro confronti. Ma alla fine, che mi crediate o no, il fatto rimane che questo messaggio è, in modo auto-evidente, non certo un tentativo di estorsione di denaro da un progetto legittimo. Eppure, questo è tutto ciò che hanno, la loro più grande “arma” contro di me, ridicolo. Per coloro che sono interessati al mio carattere morale, i messaggi che stavo inviando a investitori pre-seed e seed e altri collaboratori interni durante i giorni in cui ho scritto quel messaggio sono un chiaro segno di quali fossero le mie intenzioni: o stavo preparando una trappola per Luca, o la stavo preparando per me stesso, dal momento che avevo già iniziato a rivelare all’esterno tutti i comportamenti scorretti che avevamo scoperto”.

11.5. IL PHISHING

L’articolo specifica infine che io avrei aperto il dominio “mintlayerfoundation.org” con la finalità di fare phishing nei confronti di utenti/investitori di Mintlayer, come avrebbe riportato la corte Ceca, la quale ha riassegnato il dominio a Rubboli: “i due avrebbero addirittura predisposto una loro offerta agli stessi finanziatori, tanto che avrebbero registrato in Liechtenstein il dominio Mintlayer, pur con una estensione diversa dall’originale .org della RBB… sfruttando la confusione col marchio del ricorrente, appare addirittura frutto di uno schema fraudolento riconducibile al c.d. Phishing, finalizzato ad ottenere informazioni personali sensibili o riservate dei consumatori/investitori, o finanche ad ottenere il pagamento di fatture fraudolente”.

Premesso che non ho registrato nessun dominio, entità o trademark Mintlayer in Liechtenstein, specifico che ho solo aperto (da casa mia) un account gmail “@mintlayerfoundation.org” il 6 maggio, prima che il team offrisse ad Enrico di partecipare alla fondazione e con l’intento di accogliere Rubboli stesso alla fondazione. Tant’è che ancora il 13 maggio scrivevo agli avvocati del Liechtenstein (vedi screen) specificando di voler mantenere una posizione per Rubboli nella fondazione, disposti a quel compromesso e nella speranza che Rubboli a un certo punto si ravvedesse. Tuttavia, dopo l’articolo di Rubboli e il tentativo di comprarsi Liam e Alphabit pur di “distruggere” chi voleva il bene del progetto, abbiamo capito che non c’erano speranze. È soltanto il 3 giugno quando scriverò agli avvocati in Liechtenstein che purtroppo dovremo aprire l’entità sotto altro nome (e senza Enrico) poiché i comportamenti di Rubboli sono ormai intollerabili (vedi qui). Abbiamo quindi registrato “Sequentia” e aperto la relativa società in Liechtenstein, non certo una “Mintlayer” foundation.

Il nuovo nome “Sequentia” è stato concordato internamente al team solo a luglio 2022. In giugno, legali e investitori ci chiedevano un’intermediazione (anche per ragioni linguistiche) e perciò ci siamo ritrovati a dover raccogliere quanto richiesto dai legali (es. passaporto di ogni investitore) affinché potessero rappresentarli nelle azioni legali. Siccome avevo già pagato l’account @mintlayerfoundation.org salatissimi 12 euro e non avevamo altri account a disposizione se non i gmail/outlook personali, ho creato la casella mail lawsuit@mintlayerfoundation.org con cui abbiamo raccolto i documenti di oltre 35 investitori. Quell’indirizzo mail non è stato usato con nessun altro fine se non questo di intermediazione fra investitori e legali, come sempre chiaro a tutti gli investitori, e ci siamo sempre firmati con nome proprio o con la dicitura “Former Mintlayer team”.

Quando a luglio Google mi ha comunicato che era stata sollevata una contestazione per via del trademark “Mintlayer” e che RBB rivendicava la casella mintlayerfoundation, ce ne siamo infischiati, visto che già da oltre 1 mese sapevamo che non avremmo più usato quella casella mail, dal momento che Rubboli evidentemente non voleva partecipare alla fondazione. Ormai avevamo creato Sequentia con relativo dominio. Abbiamo lasciato quindi che il dominio venisse riassegnato a RBB dalla corte Ceca.

Dirò di più, ben prima che questi articoli di Lazzari venissero pubblicati con questa storia del tutto inventata del phishing, avevamo già fornito alla cancelleria penale di San Marino una cartella con tutta la corrispondenza gestita da lawsuit@mintlayerfoundation.org, così da permettere alle autorità di identificare più agilmente tutti gli investitori e facilitarne le indagini.

Probabilmente, se è Google/la corte Ceca ad aver menzionato il phishing, come riporterebbe Lazzari, può essere che sia stato un messaggio automatico oppure, vista l’attività di raccolta dei documenti, un loro operatore possa averla scambiata per un’attività di phishing. Non c’è dubbio comunque che Rubboli, nel denunciarla come tale, sia in totale malafede e, quindi, ancora una volta, stia facendo diffamazione a mezzo stampa, con l’aggravante di volerlo fare per sviare regolatori e autorità giudiziarie dalle sue malefatte.

12. SAN MARINO NON INTERVIENE E I TOKEN MLT SARANNO EMESSI (?) SU ETHEREUM

Ho inviato un report a San Marino Innovation il 5 luglio 2022, tramite posta certificata. Il mio primo report via email tradizionale era già datato 2 giugno, quindi SMI già era al corrente degli eventi. Non avevo però mai ottenuto risposta, se non la richiesta di indicare quali altre autorità avevo informato, o la richiesta di sottomettere tramite posta certificata, come poi fatto.

Il 17 e 19 luglio escono i primi due articoli diffamatori da parte di Rubboli e San Marino Innovation finalmente si smuove e mi risponde (qui screenshot), dicendo che quanto da me sollevato sono temi rilevanti per l’autorità penale, non di loro competenza.

Fra l’altro, per dimostrare che non è affare di loro competenza, citano vari decreti. Il problema è che, se ci diamo un’occhiata, proprio lì leggiamo (ad esempio nel Decreto Delegato 23 maggio 2019 n.86, art 4) che San Marino Innovation, rispetto a RBB dovrebbe esercitare: “in via esclusiva, funzioni di supervisione, regolamentari e sanzionatorie nei confronti di tutti i soggetti interessati […] 2. L’Istituto ha il dovere di, a titolo esemplificativo e non esaustivo: a) emanare regolamenti di settore e direttive applicative […] b) […] revocare il riconoscimento, le certificazioni e le autorizzazioni rilasciate, in caso di mancato adeguamento; c) monitorare e supervisionare i soggetti emittenti […] e tenere sotto costante controllo tutte le pratiche, operazioni e attività esercitate dalle imprese […] g) monitorare il funzionamento e l’applicazione delle leggi che direttamente o indirettamente influenzano l’attività dei soggetti emittenti […].

Ad ogni modo, ad oggi San Marino Innovation non ha rinnovato la licenza a RBB per l’emissione del token di utilizzo (la licenza che era stata data quando ho presentato il white paper nel 2021), pertanto RBB non può – quantomeno legalmente – emettere il token.

Recentemente, Rubboli ha chiesto agli investitori di fornire un indirizzo ERC20 per generare i token MLT sulla blockchain Ethereum ed effettuare la vendita pubblica su rete Ethereum. I token generati quindi non saranno su una nuova blockchain o una sidechain di Bitcoin. Specifico che se anche RBB effettuasse il TGE su Mintlayer (ad oggi impossibile, visto che non c’è nemmeno una testnet), bisogna considerare che quanto potete vedere su github (qui) non ha nulla a che fare con una sidechain di Bitcoin o quanto descritto nella documentazione docs.mintlayer.org, come i più tecnici fra i miei lettori potranno facilmente constatare.

13. L’ATTACCO A DUBAI, MA L’AMORE VINCE SEMPRE

E finalmente torniamo all’incipit di questo articolo. Cosa ci facevo io a Dubai nell’agosto 2022? Ebbene, appena raccolto cifre importanti per Mintlayer tramite RBB, avevamo iniziato a preoccuparci di strutturare il progetto anche dal punto di vista societario. Sapevamo che RBB, in quel momento veicolo della raccolta fondi, non poteva essere l’unica società a gestire il progetto, per varie ragioni – anche fiscali – e non ultima il fatto che era amministrata soltanto da Rubboli. Inoltre, non avevamo ancora ottenuto l’autorizzazione all’offerta pubblica da SMI, perciò non potevamo nemmeno sapere se RBB avrebbe potuto emettere legalmente i token MLT.

Dopo varie considerazioni e consulenze, abbiamo deciso di aprire a Dubai. Rubboli e Viviani partono quindi per gli Emirati per organizzare l’apertura della società e, a giugno 2021, Rubboli mi dice che per evitare l’esterovestizione (io e Rubboli figuravamo entrambi residenti in Italia) per il mio ingresso in società dovevamo aspettare che lui ottenesse la residenza a San Marino, che credo abbia ottenuto nel settembre 2021 (vado a memoria). Forse era una stronzata, ma ai tempi mi sono fidato senza discuterne, non avevo alcuna fretta di entrare in società, cosa che vedevo giusto come una formalità.

A novembre 2021 abbiamo il raduno del team a Dubai e in quell’occasione faccio il mio primo accesso al paese. Su consiglio di Rubboli, firmo un contratto “di comodo” con HTLC con una forma di salario minimo in dirham (che comunque non ricevo e non avevo l’interesse a ricevere) per ottenere velocemente la residenza (l’Emirates ID), che riesco a ritirare fisicamente solo poco prima di Natale, quando torno a Dubai.

Nel frattempo, da ottobre 2021, cioè da quando Rubboli mi dice che finalmente i soldi sono sbloccati (altro che sbloccati, ne aveva già spesi oltre 1 milione per sé quell’estate!) ricevevo 5 mila dollari lordi al mese in cryptovalute come onorario in cambio della mia contribuzione mensile al progetto. Ovviamente, le risorse provengono dalla raccolta fondi.

Specifico che tale compenso di 60 mila all’anno lordi è un costo inferiore a quanto comporterei per un’altra società in Italia, come Accenture, e lontanissimo dalla RAL media di un manager in stati come US o UAE. L’idea era di inquadrare quegli introiti appena avrei ottenuto residenza, banca e ruolo in HTLC. Tuttavia, a dicembre purtroppo la banca a cui mi ero rivolto mi aveva rifiutato l’apertura dell’account e mi toccherà quindi tornare a febbraio 2021 per finalizzare l’apertura del conto. Per l’apertura mi serve un trasferimento minimo da HTLC e Luca Viviani a febbraio mi fa un bonifico di 5000 dirham (circa 1300 euro).

Nel frattempo, incontro Rubboli e Viviani a Dubai di persona. La situazione si stava scaldando, ma non vedevo (fisicamente) Rubboli da novembre ed ero ancora convinto che di persona avremmo risolto tutto. Inoltre, in presenza sarebbe stato più agevole organizzare i conti multisignature.

Tuttavia, proprio lì a Dubai, Rubboli mi dice in faccia, con tanto di ghigno malefico e soddisfatto da super-kattivone, che ormai è tutto suo: “ormai è andata così” – dice. La raccolta dopotutto è stata fatta con RBB, quindi il multisignature non lo fa perché la responsabilità dei soldi è soltanto sua, dice io non c’entro niente con la socetà HTLC di Dubai e che non è mai stata sua intenzione che io dovessi esserne socio, che la company reserve rimarrà esclusivamente in RBB, che le decisioni per il progetto le prenderà da solo e che non deve rendere conto a nessuno dei soldi spesi. La sera stessa, come prima cosa mi cancella dal ruolo di admin su mailchimp dove avevo accesso a tutte le mail dei clienti.

È da quel giorno che inizia la tiritera con gli avvocati. La mia prima strategia era quella di fare una causa civile per ottenere una quota di RBB (con la pretesa di aver sempre agito come “socio occulto”) e quindi sistemare i problemi “dall’interno”. In fondo, avevo prove ed evidenze schiaccianti (e decine di testimoni) che il progetto era sostanzialmente tutto farina del mio sacco non solo nelle idee, ma persino nell’esecuzione pratica.

Non solo Rubboli aveva raccolto tutti i soldi (o meglio, aveva incassato i soldi raccolti da Andreas) presentando un progetto scaturito dalle mie idee, con documentazione mia, permessi per l’offerta pubblica ottenuti dalle autorità grazie al mio contributo. Ma anche team, community e iniziative erano principalmente governate e guidate da me, la maggior parte delle partnership internazionali discusse, negoziate e approvate da me, piattaforme e app disegnate da me, video, articoli, comunicazioni prodotti da me. E prima ancora che lasciassi il mio lavoro dipendente, infinite ore in anni lavorati organizzandomi col sonno polifasico per riuscire a fare tutto in notturna (mi scuserete dunque – cari lettori – se ho rallentato con gli articoli sul blog).

Facevo veramente qualsiasi cosa, persino la compliance sui KYC: ricordo quella domenica notte che ho passato 4 ore per gestire a mano su Passbase 600 utenti che avevano un problema. O quel giorno di dicembre che, per rilasciare delle features di corsa (a dirla tutta, per risolvere un problema introdotto da Rubboli, ma non mi dilungo qui coi dettagli) sono arrivato al record di 22 ore lavorate di fila (giuro che non mi drogo, tutta adrenalina prodotta naturalmente!). Ventidue ore ad esclusione di pause bisognini – ma non dei pasti, quelli me li ordinava e portava l’indianina lasciandoli a fianco del PC.

Quando però in maggio la situazione con Rubboli degenera, capisco che, anche vincendo una causa civile, otterrei una quota di una società ormai da buttare, con cause da parte degli investitori e soltanto grane. Quindi rinuncio a percorrere quella via. Da fine maggio io e Andreas decidiamo che se si vuole potare avanti il progetto l’unica strada è aprire una nuova entità.

Da lì in poi avrò continui esborsi salatissimi connessi alla nuova società (Sequentia). Il tutto in pieno bear market e senza percepire alcuno stipendio da febbraio. Come potrete immaginare, uno studio legale in Liechtenstein tira fuori fatture regolari da 15k con veramente invidiabile disinvoltura. È così che arrivo ad agosto 2022 veramente tirato dal punto di vista finanziario, passo dall’Esselunga al LD market, quando scopro grazie al cielo gli sgombri grigliati COOP da 1.70 euro. Buoni! E in grado di sopperire all’apporto proteico che, in altre forme di carne o pesce, mi sarebbero state ormai proibitive.

la colazione dei campioni

Purtroppo, il tempo per fare altri lavori non lo trovavo, avendo veramente una quantità infinita di cose di cui occuparmi per Sequentia. Inizio fra l’altro – e non senza un po’ di vergogna – a riscuotere crediti in giro, come quel corso tenuto l’anno precedente che pensavo di fare pro bono (per me è un piacere partecipare a iniziative educative, e poi mi avevano trattato bene), ma nelle ristrettezze ormai ci ero costretto.

A giugno scopro, tramite una mail di riepilogo della mia banca dubaina, che Viviani mi aveva pagato 5000 dirham al mese da marzo a maggio, per un totale di 15 mila. Credo – non posso saperlo con certezza però – che fosse un errore (ad es. avesse automatizzato i pagamenti a seguito del primo di febbraio), oppure, che gli fosse stato dato come direttiva da Rubboli di continuare a pagarmi. Infatti, da marzo a maggio i miei avvocati italiani erano ancora in “trattativa” e Rubboli andava affermando che io con Mintlayer avevo poco o nulla a che fare, ero soltanto stato assunto come dipendente in HTLC il 7 novembre 2021. Forse, continuando a pagarmi da HTLC come salariato voleva avvalorare questa tesi. Da circo dei mongoloidi, veramente.

Ve lo sareste visti l’avvocato di Rubboli convincere la Corte che ho lasciato il posto indeterminato ad Accenture a ottobre per fare il dipendente a 1300 euro al mese a Dubai? Soldi che avrei iniziato a percepire solo a marzo fra l’altro. E con un figlio che inizia le elementari in Italia quest’anno. Certe volte, quando pensate di non essere particolarmente brillanti, ricordatevi che nella media dell’umanità ci sono anche questi soggetti.

Ad ogni modo, mi trovavo con 15 mila dirham (circa 4 mila euro) sulla banca emiratina, di cui però non avevo né carta di debito, né internet banking attivo. Infatti, nei giorni di permanenza a febbraio ero riuscito ad aprire l’account, ma non avevo fatto in tempo a ricevere la carta. Mi tocca quindi tornare a Dubai in low cost ad agosto, per recuperare i miei ultimi soldi.

Quindi parto e circostanza vuole che fossi lì proprio quando anche Luca Viviani era andato a Dubai, con l’intento di combinare un’ultima, terribile, villanata, ai miei danni.

Infatti, il giorno prima del mio ritorno previsto per l’Italia, a check-in già fatto (soldi dell’aereo buttati, mannaggia), mentre sono in ostello mi chiama l’ufficiale Dubaino al telefono. Mi dice che non posso partire, è stata inoltrata la richiesta dal mio “datore di lavoro” per farmi mettermi in blacklist. Si tratta di una procedura che viene attivata generalmente per clandestiti o persone che smettono di lavorare e sono introvabili dall’azienda e/o si rifiutano di firmare la dissoluzione del contratto.

Se non avessi risposto a quella chiamata e mi fossi poi recato in aeroporto, in tutta probabilità mi avrebbero arrestato. Vai tu poi a dimostrare che non stai lavorando per l’azienda HTLC perché Rubboli si sta spendendo i soldi del progetto e che ci sono procedimenti giudiziari all’estero. Magari sarei rimasto imprigionato a Dubai per anni.

E il fatto di essere stato a Dubai proprio quel giorno, e col telefono emiratino acceso, mi era andata anche di lusso! Pensate se, a mesi o anni di distanza, mi fossi recato – magari con prole – in vacanza a Dubai. Mi avrebbero potuto arrestare e potare via, davanti a mio figlio, appena messo piede nel paese.

In ostello avevo fatto delle simpatiche conoscenze. Fra cui una ragazza egiziana, che mi aveva chiesto cosa facessi lì e avevo raccontato tutta la mia storia. Ne era rimasta affascinata. Quando le dico di questo ultimo inconveniente e che devo correre negli uffici pubblici per provare a risolvere la situazione, mi dice convinta: “vengo con te ad Ajman, ti servirà”. Stupito, accetto. Dopo 2 ore di viaggio fra metro e taxi arriviamo agli uffici.

Dovete sapere che negli uffici pubblici a Dubai era ancora obbligatoria la mascherina. Me ne faccio prestare una, ma la indosso sottomento – purtroppo la mia allergia per queste cose ideologiche arriva a livelli così elevati che rasenta il ritardo mentale: piuttosto, mi faccio 20 anni di galera. Non partivo bene, proprio no. Mi sorbisco una bella ramanzina del tipo “ti ospitiamo qui nel nostro Paese e non lavori..” e  allora provo a prendere parola. L’ufficiale mi zittisce e mi dice di tirare su la mascherina. Si incazza pure che non ho su la mascherina.

Altro che partire bene. Partivo malissimo. E questo non mi fa parlare. E se inoltra al ministero il foglio che ha davanti è finita.

Poi la magia.

La mia amica egiziana si abbassa la mascherina e inizia a parlargli in arabo. Bella, lo ammalia. Lui si addolcisce. Io non ho la più pallida idea di che cavolo si stanno dicendo. Ma c’è del love in the air, quello è internazionale, si capisce. Lui le dà pure il biglietto da visita.

Poi torna all’inglese e inizia a farmi domande, piano piano gli racconto tutta la storia (e senza mascherina!). Rimane scioccato dal fatto che Viviani non mi avesse nemmeno chiesto di terminare il contratto, ma avesse direttamente sottomesso i moduli per il blacklisting. Mi dice di chiamare Viviani al telefono, lui risponde. E l’ufficiale mi prende il telefono di mano e inizia a parlare con lui direttamente. Gli fa il culo a strisce.

Mi spiace, questa volta avevo un alleato troppo potente! Ci vediamo alla prossima!

L’indomani, l’ufficiale manderà alla mia amica egiziana su whatsapp tutti i documenti appena pronti, lei me li gira. Finalmente posso partire! Prenoto il volo. Mi rimane un giorno a Dubai. Decido che me lo prendo di vacanza. L’adrenalina era stata tanta che anche la mia amica decide di fare una “follia”: mi accompagnerà in spiaggia e, per la prima volta da quando ha compiuto i 12 anni, non indosserà il velo, ma anzi verrà in costume da bagno!

Per tirare le somme, sono stato derubato del mio progetto, di anni di lavoro, di uno stipendio. Mi sono ritrovato senza una lira e anzi indebitato, diffamato sui social e a mezzo stampa da chi ha 18 milioni da spendere a suo piacimento e per diffondere – ancora ad oggi – menzogne, compiacendosi dell’inerzia delle autorità locali. Un super-kattivo che prova a comprarsi a suon di milionate il favore di altri possibili kattivissimi per combattere gli onesti e insabbiare la verità. E ho finito pure col rischio di farmi sbattere in una galera emiratina.

Ma alla fine l’amore trionfa sempre! Che fantastica storia la vita!

14. FINALE APERTO: SEQUENTIA

Non voglio un mondo senza che questo progetto veda la luce, per questo ho deciso di continuare a combattere e metterci veramente tutto, a costo di andare avanti a sgombri della COOP. Lo so, è uno slogan super-cringe, ma chissà che mi mandino un campione omaggio anche di sardine.

Scherzi a parte, ci sono tante persone che hanno perso il lavoro e si sono affidate a me ed Andreas, di cui ora sentiamo la responsabilità. Stiamo correndo come pazzi. Abbiamo fatto re-branding e il progetto si chiama Sequentia: sequentia.io. Abbiamo aperto il 24 agosto una società per azioni in Liechtenstein, Sequentia AG, conferendo 3 Bitcoin di capitale sociale. Stiamo organizzando l’apertura di una filiale a El Salvador. La scelta di questi due paesi ha una visione precisa descritta in questo articolo sul nostro sito.

Ci siamo assicurati che quanto capitato con Mintlayer, con soldi degli investitori spesi per case, auto, lusso, non possa più capitare. Tanto per chiarire come un progetto crypto si strutturi correttamente, date un occhio alla cornice legale di Sequentia nel lightpaper (slide 24->26).

Se volete dare un supporto o solo fare due chiacchiere su tutta questa storia, siete i benvenuti nelle chat telegram italiana e inglese ufficiale (appena aperte, quindi sarete fra i primi!).

Sequentia ha aperto un round di finanziamenti tramite un bear-market SAFTE del tutto innovativo sul mercato, che descriveremo a breve con un articolo dedicato.

Stiamo aprendo la Sequentia Foundation, un’entità no-profit a cui Sequentia AG, a valle del round SAFTE, donerà tutte le azioni (ad oggi in possesso mio e di Andreas).

Abbiamo già trovato buona parte del personale tecnico con la dovuta esperienza (Rubboli spostati!), grazie a Yann Wong, lead developer di OmniBOLT, che svilupperà Sequentia con l’intero supporto del suo team. Partiamo da Elements come codebase (Blockstream Liquid), così da recuperare i mesi di inattività e buttati via da Mintlayer con Substrate o – più recentemente – nel provare a scrivere una blockchain da zero che nulla ha a che fare con una sidechain Bitcoin.

Inoltre, nel corso dei mesi passati, abbiamo fatto passi da gigante anche nella documentazione e definizione del meccanismo di Consenso, che fino ad oggi, per Mintlayer, avevo solo abbozzato in “draft”. Infatti il Consensus paper è sempre stato – come ancora indicato sul sito di Mintlayer – soltanto una bozza. E posso assicurarvi che Rubboli non ha la minima idea di dove iniziare per portarlo a compimento. Dopo anni, ho finalmente pubblicato il Consensus in forma di Theoretical paper, che trovate qui: http://docs.sequentia.io. Anche il white paper è totalmente rinnovato e migliorato in ogni suo aspetto.

Ma cos’ha di speciale questo progetto? Perché ci tengo tanto?

Oggi, non c’è alcuna ragione tecnologica per cui tutto ciò che nel mondo crypto non è Bitcoin – dalle stablecoin alla DeFi agli scambi decentralizzati – non faccia parte dell’ecosistema Bitcoin. Eppure, gli incentivi non mancherebbero: vi sono ben 8 miliardi di dollari in derivati di BTC utilizzati su altre blockchain, con oltre 300 milioni di dollari di volumi giornalieri soltanto su Uniswap. Se ci fosse una soluzione abbastanza forte da passare il punto critico di adozione, questo enorme mercato avrebbe il suo epicentro in Bitcoin anziché soluzioni alternative che richiedono “peg-in” e la creazione di derivati.

Con Mintlayer, pur avendo un comparto tecnico debolissimo a seguire gli sviluppi, una documentazione incompleta e l’assenza totale di garanzie strutturali di tipo societario, con quest’idea soltanto e un poco di marketing gestito da me e i contatti di Andreas, eravamo riusciti a creare una community viva e a raccogliere 18 milioni. Ora che abbiamo tutte le carte in regola, possiamo veramente provare a spodestare Ethereum e Binance Smart Chain.

Prendetemi per pazzo, ma io lo vedo un futuro in cui un wallet Bitcoin (Sequentia) permette di transare molteplici asset finanziari diversi (USDC, USDT, stock tokens etc.) e scambiarli direttamente per Bitcoin in maniera peer-to-peer, mantenendo scalabilità, privacy e decentralizzazione grazie a Lightning Network.

Almeno, la sceneggiatura per il film c’è già, quindi non vedo perché no!

Per supportarci nel progetto, unisciti alla community cliccando qui:

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DO YOUR OWN RESEARCH

Per chiunque voglia trovare altre conferme di questa storia, al di là dei tanti screenshot e documenti allegati, vi riporto una lista di una quindicina di persone del team (ex Mintlayer) che immagino che se contattate potranno riportare la loro testimonianza. Non tutti sono certamente al corrente di tutto, ma potranno testimoniare per la loro parte. Aggiungo anche qualche fornitore, advisor e partner, fra i primi che mi vengono in mente. Siete comunque invitati a verificare ogni cosa con qualsiasi persona non riportata qui sotto, ma menzionata nel corso dell’articolo [DISCLAIMER: la seguente lista permette di comprendere lo “sfoltimento” nelle fila del team da parte di Rubboli, ma non ho chiesto a ciascuno la propria disponibilità a testimoniare]:

  • Andreas Kohl, ex Mintlayer team – Fundraising e business development
  • Sarita Yasmin, ex Mintlayer team – Fundraising e business development
  • Christopher Connelly, ex Mintlayer team – Community
  • Ahmad Arabi, ex Mintlayer team – Social
  • Ankit Nyan, ex Mintlayer team – Community
  • Georgi Karov, ex Mintlayer team – legal
  • Guillermo Hernandez, ex Mintlayer team – Marketing
  • Deborah Sgrò, ex Mintlayer team – Marketing
  • Pascal Hugli, ex Mintlayer team – Content writer
  • Christian Lupascu, ex Mintlayer team – Criprography
  • Aleksandras Gaska, ex Mintlayer team – co-founder & operations
  • Amin Razavi, ex Mintlayer team – Software engineering
  • Camilla Reggiani, ex Mintlayer team – Legal advisor
  • Raphael Yakobi, ex Mintlayer team – Legal advisor
  • Ian Staley, Advisor – Fundraising
  • Joeri Pross, Advisor & Supplier – Hypercube videos
  • Dmitry Gromov, Supplier – Marketing & Community
  • Rana Rezvan, Supplier – Passbase KYC provider
  • Georg Vooglaid, Supplier – Passbase KYC provider
  • Chandra Duggirala, Portal partnership
  • Roxana Nasoi, Launchpool partnership
  • Lista a cui si possono aggiungere la gran parte degli investitori di Mitnlayer

*[EDIT 23/09 11:39: la signora Mary Bollini specifica che è ancora dipendente di RBB e si dice completamente estranea alla situazione, nel rispetto della privacy sua e dell’azienda]

Infine, buon avvocato Annetta, mi rivolgo a te. Ho letto, come hai scritto agli investitori di Mintlayer, che ti è stato dato mandato da Rubboli di farmi causa per diffamazione. Ma come facevi a farmi causa per diffamazione che ancora non avevo scritto niente? Era forse una minaccia per tenermi zitto? Ha funzionato benissimo! Ora sarai felice, guarda quanto bel materiale scritto di mio pugno sul tuo cliente. C’è da divertirsi, no? Ti sfido: trova non una frase intera, ma anche solo 3 parole di fila, che non siano vere.

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